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Moschee, il Comune di Milano vuole chiudere entro giugno: l’ombra dei ricorsi

Dopo la bocciatura della legge regionale antimoschee da parte della Consulta, il Comune di Milano vuole proseguire spedito sul bando per i luoghi di culto: “La graduatoria tra qualche settimana”, ha spiegato l’assessore Majorino. Restano però i nodi di due ricorsi a Tar e Consiglio di Stato e l’annunciato ostruzionismo dell’opposizione sull’argomento.
A cura di Francesco Loiacono
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Dopo la pronuncia della Consulta sull'incostituzionalità della legge regionale anti-moschee, il Comune di Milano ha intenzione di andare avanti spedito sulla realizzazione di nuovi luoghi di culto. Lo ha detto l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, che ha curato personalmente il bando per assegnare tre aree pubbliche (l'ex Palasharp, gli ex bagni di via Esterle e uno spazio in via Marignano) a diverse confessioni religiose: vi dovrebbero sorgere due moschee e una chiesa evangelica (Shalom Gospel Church).

Tra marzo e aprile attesi gli esiti di due ricorsi

"Prevediamo di emettere tra qualche settimana la graduatoria di assegnazione delle aree che immagino possa contenere novità in ragione del fatto che i controlli avviati dall’amministrazione sui partecipanti hanno evidenziato la mancanza, da parte di alcuni soggetti, dei requisiti soggettivi necessari", ha detto Majorino. Il riferimento è alla possibile esclusione del Caim per l'area del Palasharp: l'associazione nella documentazione si sarebbe dimenticata di riportare una piccola condanna a carico di uno dei suoi membri.

Quello di Palazzo Marino non sarà però un percorso facile: non solo per i ricorsi ancora pendenti al Tar e al Consiglio di Stato – sul primo un pronunciamento dovrebbe arrivare il 10 marzo, sul secondo ad aprile – da parte di una delle associazioni che hanno partecipato al bando e dello stesso Comune, ma anche per via del già annunciato ostruzionismo da parte dell'opposizione tra i banchi del Consiglio comunale.

L'opposizione annuncia barricate

"Spera di concludere entro il mandato? Non ci provi nemmeno – ha detto ad esempio il vicepresidente del Consiglio Riccardo De Corato di FdI -. Sono pronto a mettere spazzolino e ricambi in una borsa e a trasferirmi a Palazzo Marino". Sull'argomento moschee sono anche da registrare le posizioni differenti e le critiche mosse da alcuni dei candidati sindaci all'attuale amministrazione. Con una curiosità: una strana convergenza tra Patrizia Bedori, candidata del M5s, e Corrado Passera che corre con la sua lista civica Italia Unica. Entrambi sono contro la costruzione di grandi moschee e a favore si luoghi di culto più piccoli e diffusi in città. Lo scivolone però lo ha fatto solo la Bedori: "Così da non avere un quartiere sotto scacco", ha infatti aggiunto la candidata come "motivazione". Qualcuno le ha fatto notare: "Cos'è, una guerra?".

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