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Morto un 68enne a Brescia, potrebbe essere il secondo decesso per legionella

Un uomo di 68 anni è morto oggi all’ospedale di Gavardo. Per i medici si tratta di polmonite da legionella, ma l’ipotesi dovrà essere verificata dagli esami medici sul corpo dell’anziano. Se dovesse trattarsi di un’ipotesi corretta, si tratterebbe del secondo decesso per legionella dallo scoppio dell’epidemia.
A cura di Enrico Tata
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foto di repertorio
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Un uomo di 68 anni è morto oggi all'ospedale di Gavardo, Brescia. Secondo i medici era affetto da polmonite da legionella e se questo dovesse essere confermato dall'autopsia, si tratterebbe del secondo caso di decesso dallo scoppio dell'epidemia che ha fatto ammalare già oltre 250 persone nel Bresciano. Ricoverato inizialmente a Brescia, l'uomo è stato in seguito trasferito a Gavardo in gravissime condizioni.

Secondo l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, sono in diminuzione i casi di polmonite registrati in provincia di Brescia: infatti, spiega Gallera, sono stati 12 gli accessi al pronto soccorso negli ultimi due giorni e 23 i casi di positività alla legionella tra i pazienti ricoverati.  "I dati forniti dall'ATS confermano che l'andamento dei casi di polmonite nella zona interessata crescente fino al 7 settembre continua a registrare una forte riduzione. Negli ultimi due giorni sono stati registrati 12 accessi ai pronto soccorso, 1 a Chiari, 3 a Gavardo, 1 a Manerbio, a cui devono essere aggiunti 7 pazienti ricoverati a Montichiari con la diagnosi di problemi respiratori. Sono 26 i pazienti dimessi. Stiamo ricevendo anche i risultati delle analisi diagnostiche sui pazienti ricoverati nei giorni scorsi che confermano ad oggi 23 casi di positività alla legionella", dichiara Gallera. Intanto prosegue il campionamento delle acque potabili e ad oggi i campioni prelevati sono 204.  "E' stata inoltre completata – ha aggiunto l'assessore – l'indagine epidemiologica ed ambientale sui casi di persone con polmoniteattraverso questionari realizzati di persona ai soggetti ricoverati e al telefono in caso di persone dimesse. Le domande fanno riferimento ad abitudini di vita delle due settimane precedenti alla manifestazione dei sintomi della malattia. E' stata completata l'indagine dei casi e siamo in attesa dei risultati. Ricordo che non esiste alcun tipo di rischio per l'utilizzo dell'acqua alimentare e non sussiste alcuna restrizione al normale svolgimento dell'attività nelle varie comunità (scuole, luoghi di lavoro, ecc..).

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