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Morto dopo un trapianto di cuore: indagati cinque medici del San Raffaele e San Camillo

Cinque medici, due dell’ospedale San Raffaele di Milano e tre del San Camillo di Roma, risultano indagati dalla procura di Milano per omicidio colposo in relazione alla morte di un 50enne, deceduto due giorni dopo un trapianto di cuore. Secondo i familiari dell’uomo, l’organo non era idoneo. La procura ha disposto un accertamento irripetibile per stabilirlo.
A cura di Francesco Loiacono
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Cinque medici, due dell'ospedale San Raffaele di Milano e tre del San Camillo di Roma, risultano indagati dalla procura di Milano con l'ipotesi di omicidio colposo. La vicenda che li vede coinvolti è relativa alla morte di un 50enne, avvenuta lo scorso anno. L'uomo era deceduto due giorni dopo aver subito un trapianto di cuore al San Camillo. L'organo era stato espiantato al San Raffaele da un uomo di 48 anni deceduto dopo un malore in piscina. Proprio quella circostanza ha spinto i familiari del 50enne a sporgere denuncia, ipotizzando che l'organo non fosse idoneo al trapianto.

Lorenzin: Errore tragico e inaccettabile

La procura di Roma aveva aperto lo scorso mese un'inchiesta per omicidio colposo, poi passata ai colleghi milanesi per competenza territoriale. Dopo la notizia dell'inchiesta era già arrivato il perentorio (e forse frettoloso) giudizio della ministra della Salute Beatrice Lorenzin, che intervistata da Radio Capital aveva parlato di errore "tragico e inaccettabile" annunciando l'avvio di "procedure di verifica". Un'inchiesta interna era stata avviata anche dal San Raffaele. Dopo le parole della ministra erano arrivate le repliche del direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, e dell'ospedale San Camillo: entrambe sottolineavano come il cuore espiantato dal 48enne fosse idoneo e come tutte le procedure necessarie al trapianto fossero state rispettate, seguendo le linee guida.

Iniziato un accertamento irripetibile sul cuore trapiantato

Adesso la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati dei medici dei due importanti ospedali: si tratta di un atto dovuto per consentire un "accertamento irripetibile" sul cuore trapiantato al paziente deceduto. L'accertamento, disposto dalla procura di Milano, è stato eseguito all'Istituto di medicina legale di Padova davanti ai consulenti nominati da tutte le parti in causa. Si dovrà capire se l'organo avesse lesioni pregresse che hanno poi portato al decesso del 50enne. I risultati saranno consegnati agli inquirenti entro il prossimo 8 gennaio.

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