Morto a Milano Arnaldo Gesmundo, Jess il bandito: prese parte alla “rapina del secolo”
Con altri sei rapinatori aveva preso parte a quella che era stata definita dai giornali "la rapina del secolo". Arnaldo Gesmundo, soprannominato dalla stampa "Jess il bandito", è morto a Milano all'età di 90 anni. A darne notizia Piero Colaprico sul quotidiano "La Repubblica". La "rapina del secolo" (scorso) è quella avvenuta in via Osoppo il 27 febbraio del 1958. Un colpo "pulito", messo a segno senza sparare neanche un colpo, e che aveva fruttato oltre 500 milioni di lire, una somma altissima per l'epoca, se si considera che lo stipendio medio di un operaio era di 50mila lire. La rapina, avvenuta di mattina, nel giro di pochi minuti, aveva profondamente segnato l'opinione pubblica, entrando nell'immaginario collettivo dei milanesi come uno dei colpi più celebri della cosiddetta "ligera", la malavita meneghina che in realtà di lì a poco sarebbe stata soppiantata dalla criminalità organizzata di stampo siciliano e calabrese.
Jess il bandito aveva raccontato la sua vita in un libro
Gesmundo, nato nel 1930 in via Padova, era stato uno dei sette componenti di quella rapina, ricordata anche recentemente in una bella mostra a Palazzo Morando, "Milano e la mala". Tutti gli autori del colpo erano stati arrestati e condannati a una ventina d'anni ciascuno. Dopo il carcere, Gesmundo aveva scritto un libro con il giornalista del Corriere della sera Matteo Speroni, "il ragazzo di via Padova" (edito da Milieu edizioni), in cui aveva ripercorso scritto la sua esistenza, dalla Milano fascista al Secondo dopoguerra, passando per le rivolte e la vita carceraria degli anni Settanta. Con la scomparsa di Gesmundo, avvenuta a quanto riportato a causa di un'infezione e non per Coronavirus, se ne va il penultimo superstite della "rapina del secolo": resta ancora in vita Ugo Ciappina.