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Saronno, arrestati per omicidio medico e l’amante infermiera: “Se vuoi uccido anche i bambini”

Choc a Saronno per l’arresto di un anestesista di 60 anni, Leonardo Cazzaniga, e dell’infermiera 40enne Laura Taroni, sua amante. L’accusa è di omicidio volontario: il medico avrebbe ucciso 4 pazienti ricoverati in ospedale a Saronno. I due insieme avrebbero poi ucciso anche il marito dell’infermiera. Dalle intercettazioni emergono propositi omicidi nei quali era coinvolto anche il figlio 11enne della donna. Quattordici gli indagati.
A cura di Francesco Loiacono
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I due arrestati, Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni (Facebook)
I due arrestati, Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni (Facebook)

Un medico e un'infermiera. Uniti sentimentalmente in una relazione torbida e delirante. Con la possibilità di accedere a medicinali letali, che avrebbero utilizzato per uccidere in totale cinque persone. Questa la storia agghiacciante che arriva da Saronno, in provincia di Varese. I due sono stati arrestati per alcune morti sospette verificatesi all'interno dell'ospedale di Saronno. Questa mattina i carabinieri hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio Luca Labianca, su richiesta del procuratore di Busto Arsizio, Gian Luigi Fontana. L'accusa per i due arrestati, in servizio fino a qualche tempo fa all'ospedale del paese noto per l'amaretto, è di omicidio volontario.

In manette sono finiti il 60enne Leonardo Cazzaniga, anestesista, e la 40enne Laura Taroni. I due erano amanti. Al primo la procura contesta l'omicidio di quattro anziani pazienti fra il febbraio 2012 e l'aprile 2013. Poi, insieme con la sua amante, infermiera nello stesso pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, avrebbe maturato il progetto di uccidere il marito di lei. Il metodo sarebbe stato lo stesso utilizzato con gli anziani pazienti: il sovradosaggio di alcuni farmaci o la somministrazione di medicinali non congrui, in questo caso però all'esterno dall'ospedale.

L'accusa parla di somministrazione di "dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione". I farmaci usati, spiega nel dettaglio la Procura in una nota, sono "clorpromazina, midazolam, morfina, propofol e promazina". L'omicidio del marito dell'infermiera sarebbe avvenuto alla fine di giugno 2013. All'uomo i due arrestati avrebbero somministrato (non in ospedale), "per un lungo periodo, farmaci assolutamente incongrui rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo fino a condurlo alla morte".

Tra i 14 indagati anche due direttori sanitari e un primario

L'inchiesta che ha portato agli arresti odierni, denominata "Angeli e demoni", era partita nel 2014. Altre 14 persone sono indagate: tra loro 11 medici, inclusi il primario del pronto soccorso di Saronno e due direttori sanitari, l'attuale e il suo predecessore. Le accuse per loro sono a vario titolo di omessa denuncia e favoreggiamento personale e falso ideologico per aver certificato false patologie per convincere una delle vittime di una malattia inesistente. Oltre all'esecuzione dell'ordinanza cautelare, nel corso della mattinata i carabinieri hanno anche perquisito le sedi degli ospedali di Busto Arsizio – dove si trova la direzione dell’azienda ospedaliera di Saronno – e Angera: qui sarebbe stato trasferito uno dei due principali indiziati.

Dall'ospedale nessun commento

La direzione dell'ospedale di Saronno al momento si trincera dietro un "no comment": "Al momento l'ospedale non esprime alcun tipo di posizione stiamo ancora guardando le carte e cercando di capire a fondo la questione", ha riferito un portavoce dell'ospedale. Dalla struttura sanitaria è arrivata la conferma delle perquisizioni all'interno dell'ospedale, dove avevano lavorato i due arrestati.

Il "protocollo Cazzaniga"

Gli omicidi in ospedale sarebbero stati commessi il 18 febbraio e il 30 aprile del 2012, e il 15 febbraio e il 9 aprile 2013. Le vittime erano secondo gli inquirenti "persone anziane e malate". L'anestesista forse pensava di accorciare le loro sofferenze, tanto che secondo gli inquirenti il medico "usava riferirsi a un proprio protocollo per il trattamento dei malati terminali": di questo "protocollo Cazzaniga" sembra fossero a conoscenza anche altre persone in ospedale. L'omicidio del marito dell'infermiera è avvenuto invece il 30 giugno del 2013. Oltre alla morte dei quattro pazienti anziani, per le quali ci sarebbe un evidente nesso "di causalità tra la somministrazione e la morte" accertato "con elevata gravità indiziaria", ci sarebbero anche altri casi nei quali è stato riscontrato un uso eccessivo e anomalo di farmaci, ma "non è stato possibile escludere, con elevata gravità indiziaria, che il paziente, tenuto conto delle sue condizioni, sarebbe morto comunque".

Intercettazioni-choc: "La nonna Maria la facciamo fuori"

Nelle intercettazioni rese note dagli inquirenti emergono frasi che lasciano sconcertati. Tra queste alcuni propositi omicidi relativi ad anziani parenti: "Ma poi la nonna Maria la facciamo fuori…", si legge ad un tratto. E ancora: "La Nene la possiamo far fuori quando vogliamo e anche la zia Adriana". Frasi che la presunta omicida Laura Taroni rivolgeva a uno dei suoi due figli, un bambino di appena 11 anni, coinvolto appieno nei suoi progetti deliranti, tanto da affermare a sua volta alla madre: "Non sai quanto le nostre menti omicide messe insieme siano così geniali".

L'infermiera all'amante: "Se vuoi uccido anche i bambini"

Ma anche il bambino dell'infermiera, a quanto pare, ha rischiato la vita: "Se vuoi uccido anche i bambini", avrebbe infatti detto l'infermiera all'amante anestesista. Che fortunatamente non l'ha incoraggiata: "No, i bambini no". Il proposito omicida sarebbe emerso dopo l'uccisione del marito della donna, e dimostrerebbe secondo gli investigatori quanto l'infermiera volesse compiacere il "delirio di onnipotenza" di Cazzaniga, che credeva di poter disporre della vita e della morte delle persone.

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