Morti sospette in ospedale a Saronno: chiesto il rinvio a giudizio per 14 persone
La procura di Busto Arsizio (in provincia di Varese) ha chiesto il rinvio a giudizio per 14 indagati nell'ambito dell'inchiesta sulle morti sospette al pronto soccorso di Saronno. Una vicenda esplosa nel novembre dello scorso anno con l'arresto dell'ex viceprimario Leonardo Cazzaniga e della sua amante e infermiera Laura Taroni, entrambi accusati di omicidio in concorso: Cazzaniga per la morte di quattro pazienti da lui trattati in pronto soccorso col suo "metodo", Laura Taroni per la morte di suo marito, Massimo Guerra.
Oltre alla coppia sono indagate altre 12 persone, tra medici dell'ospedale e membri della Commissione medica interna. Sono accusati a vario titolo di omessa denuncia e falso ideologico. Tra loro anche l'ex primario del pronto soccorso di Saronno, Nicola Scoppetta, che si trova agli arresti domiciliari dallo scorso marzo. La richiesta di rinvio a giudizio arriva dopo l'avviso di chiusura delle indagini notificata agli indagati lo scorso maggio. Sulla richiesta, a firma del procuratore capo di Busto Arsizio Gianluigi Fontana e del pubblico ministero Maria Cristina Ria, si esprimerà adesso un giudice: l'udienza preliminare dovrebbe essere fissata entro le prime due settimane di luglio.
Il "protocollo Cazzaniga"
L'inchiesta sulle morti sospette al pronto soccorso di Saronno, denominata "Angeli e demoni", era partita nel 2014. Gli inquirenti contestano al 60enne Cazzaniga la morte di quattro anziani pazienti, deceduti tra il febbraio 2012 e l'aprile 2013. La 40enne Taroni, invece, con l'aiuto dell'anestesista avrebbe ucciso alla fine del giugno 2013 il marito. Identico il metodo: il sovradosaggio per via endovenosa di alcuni farmaci (tra cui clorpromazina, midazolam, morfina, propofol e promazina) o la somministrazione di medicinali non congrui. Un metodo di cui l'anestesista, che si faceva chiamare l'"Angelo della morte", quasi si vantava, definendolo il "protocollo Cazzaniga".