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Morti in corsia al pronto soccorso di Saronno, arrestato l’ex primario: è ai domiciliari

L’ex primario del pronto soccorso di Saronno (Varese), Nicola Scoppetta, è stato arrestato e si trova da questa mattina ai domiciliari. Deve rispondere delle accuse di favoreggiamento personale e omessa denuncia in merito alla vicenda delle morti sospette in corsia attribuite dagli inquirenti all’anestesista Leonardo Cazzaniga, arrestato alla fine dello scorso novembre assieme alla sua amante, l’infermiera Laura Taroni.
A cura di Francesco Loiacono
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L'ex primario del pronto soccorso di Saronno (Varese), Nicola Scoppetta, è stato arrestato e si trova da questa mattina ai domiciliari. Deve rispondere delle accuse di favoreggiamento personale e omessa denuncia in merito alla vicenda delle morti sospette in corsia attribuite dagli inquirenti all'anestesista Leonardo Cazzaniga, arrestato alla fine dello scorso novembre assieme alla sua amante, l'infermiera Laura Taroni, a sua volta indagata per gli omicidi del marito, del suocero e della madre.

Il provvedimento nei confronti dell'ex primario, che dopo la vicenda e a seguito dell'indagine nei confronti suoi e di altri 11 tra medici e infermieri era stato trasferito e assegnato a compiti amministrativi all'Asl di Busto Arsizio, è diventato esecutivo dopo la decisione della Corte di Cassazione, chiamata a decidere sulla decisione del tribunale del Riesame e sulla contestuale opposizione della difesa del medico. I giudici del Riesame avevano in sostanza ravvisato l'esigenza della misura cautelare, chiesta dalla procura ma rigettata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio. La Cassazione ha respinto il ricorso degli avvocati dell'ex primario, rendendo dunque esecutivi gli arresti domiciliari.

L'ex primario avrebbe cercato di insabbiare la vicenda

Secondo gli inquirenti Scoppetta sarebbe stato a conoscenza di quanto l'anestesista Cazzaniga faceva nel pronto soccorso. Il 60enne, che si faceva chiamare l'"angelo della morte", applicava il cosiddetto "protocollo Cazzaniga", somministrando dosi massicce di medicinali ad alcuni pazienti: un protocollo che avrebbe portato ad almeno quattro decessi, anche se le morti sospette sotto la lente degli inquirenti sono più numerose. Secondo gli inquirenti Scoppetta avrebbe cercato di insabbiare la vicenda: adesso dovrà difendersi da queste accuse.

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