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Morte Bernardo Caprotti, si attende la lettura del testamento

L’apertura del testamento del fondatore di Esselunga determinerà il futuro dell’azienda. Il 50% dovrebbe spettare ai 3 figli, mentre il 25% alla seconda moglie. Da stabilire a chi sarà affidato il rimanente 25%.
A cura di Valerio Papadia
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Bernardo Caprotti
Bernardo Caprotti

Dopo i funerali di Bernardo Caprotti – il patron della catena di supermercati Esselunga morto il 30 settembre all'età di 90 anni – svoltisi questa mattina in forma privatissima, c'è grande attesa per l'apertura del suo testamento, depositato nell'ufficio del notaio Marchetti a Milano. La lettura del documento potrebbe avvenire già nel corso della settimana, con molta probabilità giovedì. Secondo la successione cosiddetta "legittima", il 50% dell'eredità dovrebbe finire nelle mani dei tre figli di Caprotti, Giuseppe e Violetta avuti dal primo matrimonio, e Caterina avuta dalla seconda moglie. Proprio a lei, Giuliana Albera, dovrebbe andare un altro 25%, mentre rimane forte il dubbio sul rimanente 25.

L'ultima quota patrimoniale, infatti, potrebbe fare la differenza sull'assegnazione delle quote societarie. Se dovesse essere assegnata anch'essa alla vedova, questa controllerebbe più del 66% della società (grazie al 16,6% lasciato alla figlia) e sarebbe in grado di realizzare operazioni societarie che richiedono la convocazione di un'assemblea straordinaria. Immutato dovrebbe restare il discorso legato alla gestione dell'azienda. Da anni Caprotti si era defilato, lasciando la società nelle mani dell'amministratore delegato Carlo Salza e del presidente Vincenzo Mariconda.

Aperto invece resta il discorso che riguarda i finanziatori esterni che Caprotti stava cercando per l'azienda. Il patron aveva dato mandato alla banca statunitense Citigroup di vagliare le opportunità presentate da due finanziatori esteri, Blackstone e Cvc. In seguito all'apertura del testamento gli scenari potrebbero cambiare, aprendo opportunità anche ad altri finanziatori, come gli italiani di Investindustrial.

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