Moroso dal 1982 e con 200mila euro di arretrati: disabile sfrattato dalla casa popolare
A Milano un inquilino moroso di una casa popolare Aler è stato sfrattato dopo 93 tentativi non riusciti e dopo aver accumulato un debito, tra arretrati e more, di oltre 200mila euro in più di 20 anni. C'è però un particolare: l'uomo, che nell'appartamento in viale Ca' Granda 30, a nord di Milano, ci viveva da decenni, prima con i genitori, è invalido al 90 per cento e costretto a camminare con l'ausilio delle stampelle.
La vicenda, avvenuta ieri, è stata riportata dall'Unione inquilini di Milano e successivamente approfondita da alcuni quotidiani, come "Milanotoday" e il "Corriere della sera", che hanno aggiunto ulteriori dettagli a quanto accaduto. Si tratta di un caso in qualche modo emblematico, che racchiude assieme le diverse componenti di quella che è l'emergenza abitativa a Milano.
Da un lato c'è una macchina amministrativa incredibilmente lenta e farraginosa, l'Aler: incapace di fronteggiare una situazione di morosità che andava avanti dal 1982, quando a occuparsi dei pagamenti dell'alloggio era il padre dell'inquilino sfrattato ieri. Laura Wainer, dell'Unione inquilini, a Fanpage.it ha ricordato i numerosi tentativi (infruttuosi) fatti dal 52enne per risolvere la sua situazione debitoria nei confronti dell'ente: dalla richiesta di un cambio a diminuzione (ossia di abbandonare il suo appartamento, ormai troppo grande, per ottenerne uno più piccolo e con meno spese) a un piano di rientro dal debito. Dall'Aler replicano addossando le responsabilità all'inquilino, che per quindici anni, nonostante inviti a rateizzare, non si sarebbe presentato né avrebbe manifestato interesse a fare un piano di rientro.
Versioni contrapposte che però non lambiscono un altro aspetto della vicenda: le difficoltà personali di chi non riesce a pagare l'affitto per varie ragioni. L'inquilino moroso sfrattato ieri è un 52enne dipendente della società Mm, che ironia della sorte si occupa della gestione di altre case popolari, quelle di proprietà del Comune di Milano. E proprio la società Mm, per ordine del giudice, da agosto 2015 trattiene parte del magro stipendio del 52enne (che guadagna 800 euro in tutto) girandolo ad Aler.
Incerto il destino dell'ex inquilino sfrattato
Il risultato di questa situazione è un cortocircuito che ha fatto aumentare a dismisura l'ammanco nelle casse dell'Agenzia regionale, che non è riuscita a trovare una sistemazione alternativa per il 52enne – come secondo l'Unione inquilini aveva promesso di fare – e ha dovuto attendere decenni e oltre 90 tentativi prima di cacciare di casa un uomo paraplegico che cammina con le stampelle. Il cui destino, adesso, è incerto: per qualche giorno sarà ospitato nel "Residence sociale 26×1" (un palazzo abbandonato di 10 piani in via Oglio occupato e riqualificato per famiglie e persone senza casa). Poi però, rischia di rimanere per strada, a meno che il Comune o qualche altra struttura del terzo settore non si occupino di lui. Cosa che finora non è avvenuta.