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Monza, ragazza portata in Pakistan contro la propria volontà: la Farnesina valuta l’intervento

Rischia di diventare un caso diplomatico la vicenda della ragazza pakistana di 23 anni che sarebbe stata costretta dalla famiglia a tornare nel suo Paese e privata dei documenti, perché si è rifiutata di sposare un ragazzo scelto dai genitori: “Il Ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, segue da vicino la vicenda della ragazza pakistana trattenuta in patria dalla famiglia contro la sua volontà”, ha scritto la Farnesina in una nota, spiegando che valuterà “le modalità più appropriate per possibili interventi a tutela dei suoi diritti”.
A cura di Francesco Loiacono
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La vicenda della ragazza di 23 anni portata in Pakistan con l'inganno dai genitori e trattenuta contro la propria volontà potrebbe diventare un caso diplomatico. Nella serata di ieri, infatti, sul sito della Farnesina è apparsa una breve nota: "Il Ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, segue da vicino la vicenda della ragazza pakistana trattenuta in patria dalla famiglia contro la sua volontà – si legge nel comunicato – In considerazione della gravità di ciò che la giovane ha denunciato, la Farnesina sta acquisendo presso la Questura competente ogni utile elemento per verificare i fatti, al fine di valutare le modalità più appropriate per possibili interventi a tutela dei suoi diritti". La prefettura di Monza, che è la città dove la 23enne viveva fino a un anno fa, ha inoltre informato della vicenda l'Interpol, che adesso dovrebbe approfondire il caso.

La vicenda della 23enne pakistana è divenuta di dominio pubblico dopo che la ragazza è riuscita a scrivere una lettera all'ex scuola che ha frequentato fino al 2015: "Vi prego, aiutatemi, il mio futuro è in Italia, mi hanno preso tutti i documenti e mi hanno lasciata qui – ha scritto la ragazza nella missiva – mio padre mi ha impedito di terminare la quarta superiore, so che una delle professoresse chiedeva che fine avessi fatto, poi mi hanno portata via". Stando a quanto ha dichiarato la giovane, il padre l'avrebbe costretta prima ad abbandonare gli studi e poi, nel 2017, a tornare in Pakistan, per punirla perché non voleva sposare un ragazzo scelto dalla famiglia, una modalità di matrimonio diffusa nella cultura pakistana e non solo. La giovane adesso si troverebbe ancora in Pakistan, impossibilitata a lasciare il Paese perché privata dei documenti. Vivrebbe con un ragazzo che ha conosciuto lì, nonostante l'opposizione dei genitori. Anche per questo vorrebbe tornare in Italia: "Ho provato a chiedere aiuto alla mia ambasciata ma non mi hanno ascoltata", ha spiegato la giovane all'Ansa.

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