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Milano, via libera alla piramide “gemella” di Porta Volta: ma i cittadini chiedono verde

Via libera della Soprintendenza al progetto per la piramide “gemella” di quella che ospita la Fondazione Feltrinelli a Milano, in zona Porta Volta. I reperti archeologici trovati nell’area saranno inglobati nel nuovo palazzo. Il terreno su cui sorgerà l’edificio è di proprietà comunale e sarà messo all’asta dopo l’approvazione del Pgt: resta però la contrarietà di alcuni cittadini al progetto.
A cura di Francesco Loiacono
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L'area dove sorgerà la nuova piramide di Porta Volta con, sullo sfondo, l'edificio gemello (Foto dalla pagina Facebook del comitato Baiamonti verde comune)
L'area dove sorgerà la nuova piramide di Porta Volta con, sullo sfondo, l'edificio gemello (Foto dalla pagina Facebook del comitato Baiamonti verde comune)

L'impressione è che la "macchina del cemento" si sia ormai messa in moto e che nulla possa più arrestarla. Non le osservazioni presentate da alcuni cittadini al Piano di governo del territorio (Pgt), che dovranno essere discusse entro fine anno con l'approvazione dell'importante documento. E neanche i reperti archeologici trovati durante le operazioni per bonificare il terreno prima occupato da un distributore di benzina. La "piramide gemella" di quella che ospita la Fondazione Feltrinelli e la sede di Microsoft a Milano, in zona Porta Volta, è pronta a sorgere per completare un progetto di riqualificazione della zona approvato da Palazzo Marino nel 2011. Un progetto che risultava "monco": perché dopo il complesso (in realtà si tratta di due edifici) edificato sul suolo di proprietà della famiglia Feltrinelli e firmato dallo studio degli architetti Jacques Herzog e Pierre De Meuron, l'altro lato della piazza (di proprietà del Comune) era stato liberato dal distributore Tamoil che lo aveva occupato per circa 50 anni, ma era finito in una situazione di stallo.

Le aste per l'area sono andate finora deserte

A determinare questa situazione di stallo sono stati diversi fattori: da un lato la scoperta di importanti reperti archeologici nell'area, come le Mura spagnole della Milano rinascimentale. Dall'altro, forse più importante, l'assenza di acquirenti, forse spaventati proprio dalle difficoltà sorte "in itinere". Il bando per la cessione dell’area di proprietà comunale di 2.196 metri quadri tra viale Montello e via Alessandro Volta era stato infatti pubblicato nel dicembre del 2014, con base d'asta di circa cinque milioni di euro: ma tutte le aste erano andate deserte. Nel frattempo, i cittadini contrari alla cessione dell'area pubblica e all'edificazione di un altro palazzo, seppur firmato da "archistar", si sono riuniti in un comitato, "Baiamonti verde comune", che ha raccolto 1300 firme contro la costruzione della nuova piramide e ha, come scritto, presentato delle osservazioni al Pgt.

La Soprintendenza ha dato l'ok al progetto modificato

Quanto queste osservazioni potranno pesare su un iter che sembra già segnato lo si vedrà nel concreto solo alla fine dell'anno. L'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran ha spiegato di voler rispettare le indicazioni dei cittadini e che dunque si attenderà l'approvazione del Pgt prima di indire una nuova gara pubblica per l'area comunale. Gara che però molto probabilmente ci sarà e altrettanto probabilmente non andrà più deserta: sia perché nel frattempo, rispetto agli anni passati, l'appeal di Milano sui grandi investitori sembra essere decisamente aumentato (come testimonia la recente asta per il cosiddetto Pirellino, aggiudicato a cifre record dopo che altri bandi erano andati deserti), e sia perché la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio ha dato il via libera al progetto, eliminando così uno dei possibili intoppi per i futuri acquirenti dell'area. La soluzione trovata è la seguente: i reperti archeologici, compresi i "pezzi" delle Mura spagnole verranno preservati inglobandoli nel nuovo edificio. A sbarrare la strada della nuova piramide in vetro e calcestruzzo resta dunque solo l'opposizione dei cittadini che nel frattempo si sono "appropriati" dello spazio pubblico alle spalle di uno dei due caselli daziari di Porta Volta realizzandovi un giardino temporaneo e organizzando eventi e concerti: "Purtroppo la nostra sensazione è che ormai la strada sia segnata", ha detto a Fanpage.it Sergio Violante, uno dei membri del comitato. Rassegnato, ma comunque determinato a preservare quel fazzoletto di verde che è oggi intitolato alla memoria di Lea Garofalo, vittima della ‘ndrangheta.

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