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Milano, ucciso e gettato nel fiume Lambro dopo una rapina: aggressori condannati a 11 e 14 anni

Sono stati condannati a 14 anni e 11 anni e 8 mesi di carcere per omicidio preterintenzionale gli autori dell’aggressione ai danni di Edgar Luis Calderon Gonzales, 32enne peruviano derubato e ucciso nel parco Lambro di Milano. I due salvadoregni, membri della gang latina Barrio 18, avevano poi gettato il cadavere nel fiume. Il corpo fu ritrovato cinque giorni più tardi e in breve la polizia arrivò ai responsabili, entrambi pregiudicati per reati violenti.
A cura di Simone Gorla
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La vittima, Edgar Gonzales (Facebook)
La vittima, Edgar Gonzales (Facebook)

Edgar Luis Calderon Gonzales, 32enne peruviano, stava camminando lungo un sentiero del parco Lambro a Milano, lo scorso 2 giugno, quando fu avvicinato da due uomini, entrambi salvadoregni di 26 e 28 anni. Lo aggredirono per rubargli il cellulare e lo uccisero, poi gettarono il suo corpo nel fiume Lambro, da dove riemerse solo cinque giorni più tardi.

Rapinato e ucciso al parco Lambro: condannati i due aggressori

Ora per gli autori dell'aggressione, membri della gang latina Barrio 18 e pregiudicati per reati violenti, è arrivata la condanna in primo grado con rito abbreviato a 14 anni e 11 anni e 8 mesi di carcere per omicidio preterintenzionale. Lo ha deciso il giudice per l'udienza preliminare di Milano, Anna Magelli, dopo il pubblico ministero Sergio Spadaro aveva chiesto 16 anni di carcere.

Il corpo gettato nel fiume e ritrovato cinque giorni dopo

Stando alle indagini della squadra mobile, l'uomo ucciso era ubriaco e stava attraversando il parco quando fu aggredito. Un amico che era con lui chiamò i soccorsi raccontando di aver visto Luis litigare con due persone che lo avevano picchiato violentemente e gettato nel corso d'acqua. Scattarono così giorni di ricerche lungo le sponde del corso d'acqua, concluse il 7 giugno con il ritrovamento a un paio di chilometri dal luogo dell'aggressione. In breve i poliziotti erano arrivati ai responsabili: uno dei due si era nascosto nel cassettone di un divano a casa sua, con i genitori che tentavano di coprirlo. Nelle abitazioni dei fermati furono trovati i vestiti indossati la sera della rapina e dell'aggressione poi rivelatasi fatale per il 32enne peruviano.

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