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Milano, uccise la moglie e due vicini facendo esplodere casa: Pellicanò tenta il suicidio in carcere

Giuseppe Pellicanò, responsabile dell’esplosione del suo appartamento in Via Brioschi, a Milano, che ha causato la morte della moglie e di due vicini di casa, avrebbe tentato il suicidio ingerendo un cospicuo numero di medicinali. L’uomo, condannato in primo grado all’ergastolo, sta scontando la pena nel carcere di San Vittore. Mercoledì 17 ottobre inizierà il processo d’appello.
A cura di Chiara Ammendola
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Giuseppe Pellicanò e la moglie Micaela Masella, morta nell'esplosione del loro appartamento
Giuseppe Pellicanò e la moglie Micaela Masella, morta nell'esplosione del loro appartamento

Avrebbe tentato di togliersi la vita Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario che nel giugno 2016 ha fatto saltare in aria l'appartamento dove viveva con la sua famiglia, a Milano, in via Brioschi, uccidendo la moglie (da cui si era separato) e due vicini di casa. L'uomo, condannato in primo grado all'ergastolo, avrebbe ingerito in carcere una dose elevata di farmaci ma sarebbe stato prontamente assistito dal personale sanitario che lo ha sottoposto a una lavanda gastrica.

Mercoledì 17 ottobre inizierà il processo d'appello per Pellicanò: nonostante il tribunale non abbia accolto una precedente perizia psichiatrica avanzata dalla difesa in occasione del processo di primo grado, in cui di si dimostrava la parziale incapacità di Pellicanò di intendere e di volere, l'avvocato Alessandra Silvestri tenterà nuovamente di dimostrare l'incapacità dell'uomo all'epoca dei fatti. La tragedia di via Brioschi risale al 12 giugno 2016: quel mattino, come ha poi raccontato Pellicanò, il pubblicitario scollegò il tubo del gas della cucina, tornò in soggiorno e si rimise a dormire, provocando un'esplosione devastante a seguito della quale morirono la moglie Micaela Masella e i due giovani 28enni Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi. Nello scoppio, che causò il crollo parziale della palazzina, rimasero gravemente ferite anche le due figlie piccole dell'uomo: stando ai giudici, l'intenzione di Pellicanò era di uccidere tutta la famiglia. Secondo la difesa, a far scattare la follia omicida in Pellicanò, che era da mesi alle prese con una forte depressione, sarebbe stata la decisione di Micaela di lasciare la casa che condivideva con il marito, dal quale era ormai separata in casa da due anni, per andare a vivere con il nuovo compagno.

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