Milano, trentenne gambizzato in un bar di Baggio: forse regolamento di conti alla base dell’agguato

Un vero e proprio agguato organizzato nei minimi dettagli e messo a segno con velocità e sangue freddo. È la descrizione di quanto accaduto ieri nel bar di via Quinto Romano, nel quartiere periferico di Baggio, a Milano, dove è stato gambizzato un 30enne. Secondo quanto ricostruito finora dalle forze dell'ordine che stanno indagando senza sosta sulla sparatoria una vettura si sarebbe fermata davanti al bar del civico 56 della strada facendo scendere un uomo armato di fucile. Quest'ultimo si sarebbe diretto all'interno del bar dove sapeva di trovare Massimiliano Canito, 30enne appartenente a una nota famiglia malavitosa del quartiere, coinvolta in una lunga faida tra "clan" calabresi orbitanti in via Fleming e "clan" pugliesi di Settimo Milanese, e già noto alle forze dell'ordine. Avrebbe poi chiesto ai presenti di lasciare il bar e a Canito di inginocchiarsi.
Canito appartenente a famiglia legata alla lunga faida tra calabresi e pugliesi
Gli avrebbe sparato un colpo diretto alla coscia, ben mirato, lasciandolo sanguinante nel bar. Poi sarebbe uscito sparando un altro colpo in aria e sarebbe risalito a bordo della stessa auto ferma ad aspettarlo a bordo del quale c'erano altri due uomini. La vettura come ricostruito attraverso le immagini delle telecamere si sarebbe allontanata dirigendosi verso Settimo Milanese. Canito, soccorso in codice rosso dai sanitari del 118 è stato ricoverato al Niguarda ma non è in percolo di vita. Sul luogo della sparatoria sono giunti polizia locale e carabinieri che, con l'ausilio del reparto scientifico e dei Ris, hanno raccolto le prove necessarie e egli elementi utili a individuare gli autori dell'agguato. lavorato per quasi tutta la notte sulla scena del crimine. Secondo le informazioni raccolte, non ci sarebbero telecamere di sorveglianza né nella zona né nel bar.