Milano, individuate le aree per le nuove moschee
Sono state individuate le tre aree di Milano che ospiteranno nuovi luoghi di culto, come previsto da un bando annunciato da tempo e la cui pubblicazione dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno. Si tratta di via Sant’Elia, via Marignano e via Esterle. La prima, in zona Ovest vicino alla fermata metro di Lampugnano, è la sede dell’ex Palasharp, un tempo palazzetto sportivo e sede di concerti e adesso utilizzato come luogo di preghiera per la comunità musulmana e come ricovero in caso di emergenze umanitarie, come quella dei profughi siriani. Sullo stesso sito il Caim, coordinamento delle associazioni islamiche milanesi, aveva già presentato a marzo un progetto di moschea da 10 milioni di euro. L’area in via Marignano si trova in zona 4 (Sud), vicino alla stazione di San Donato, e si estende per 3400 metri quadri. Il terzo luogo di culto sorgerà invece in via Esterle, nell’edificio che ha ospitato fino a trent’anni fa i bagni pubblici di ispirazione fascista.
Dove sono le nuove aree per i luoghi di culto
Le tre aree sono state rese note dal vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, nel corso della seduta della commissione Urbanistica di martedì 7 ottobre. Un annuncio che è servito a spazzare, e in alcuni casi a confermare, alcune delle voci che si sono rincorse negli ultimi anni sulla possibile costruzione di una moschea a Milano. In realtà, come più volte anticipato dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, il bando per l’assegnazione degli spazi sarà aperto a tutte le associazioni iscritte all’Albo delle religioni del Comune di Milano: 60 in totale. Tra i vincoli del bando c’è la “concessione onerosa”, cioè le associazioni che otterranno gli spazi dovranno pagare un canone annuo e sistemare le aree limitrofe, e il divieto di assegnare tutte e tre le aree a una stessa religione. Per la pubblicazione del bando, che avverrà presumibilmente entro la fine dell’anno, si attende, il 10 ottobre, la delibera della Giunta.
Sulla costruzione di una moschea a Milano è aperto, da anni, un dibattito tra le diverse componenti politiche e religiose cittadine. Ultimamente la questione aveva ricevuto una nuova spinta dall’elezione di Giuliano Pisapia a sindaco, nel 2011, e dall’appuntamento del prossimo anno con l’Expo 2015, quando ci si aspetta che a Milano arriveranno milioni di visitatori, tra cui anche fedeli di religione musulmana. In realtà, una moschea vera e propria in città non potrà essere realizzata entro il prossimo maggio, data di inizio dell’Esposizione universale, così come aveva auspicato anche il cardinale Angelo Scola. D'altra parte, a Milano esistono già piccole moschee di fatto, cioè associazioni culturali di impostazione islamica nelle quali i musulmani si ritrovano per pregare, spesso contravvenendo a leggi sulle destinazioni d’uso degli immobili. Una situazione che aveva spinto il Comune a pensare a piccole moschee di quartiere, progetto che sembra essere ormai superato. Intanto, dopo l'annuncio della De Cesaris e in vista della prossima pubblicazione del bando, l'opposizione di centrodestra in Comune si prepara a dare battaglia: la Lega Nord, ad esempio, come anticipato dal segretario Matteo Salvini, ha annunciato che raccoglierà le firme per un referendum popolare.