Milano, stampavano e vendevano in nero i biglietti Atm: 10 dipendenti sospesi

Una truffa ai danni dell'Azienda dei trasporti di Milano è stata scoperta dalla stessa Atm e ha portato, al momento, alla sospensione di dieci dipendenti. A raccontare i dettagli dell truffa è stato il "Corriere della sera", che ha potuto dare notizia dell'accaduto in quanto i dipendenti "infedeli" in questione sono già a conoscenza della vicenda: saranno indagati e, oltre alle conseguenze penali, rischiano seriamente il licenziamento.
Il meccanismo della truffa
Cosa facevano nello specifico? Approfittando di una sorta di "buco" nel sistema di emissione dei biglietti dei mezzi pubblici milanesi, un problema fisiologico che riguarda solitamente una bassa percentuale dei tagliandi emessi, i dipendenti infedeli si erano creati una "scorta personale" di migliaia di ticket che rivendevano "in nero" agli ignari clienti. I biglietti erano regolarmente funzionanti, per cui chi li acquistava non si accorgeva di nulla. In teoria, però, i tagliandi non avrebbero dovuto essere immessi in commercio, in quanto non contabilizzati dal sistema. I rivenditori infedeli lo hanno invece fatto, con una certa regolarità, fin dallo scorso agosto, ottenendo compensi illeciti che si aggirano in totale sui 70mila euro circa.
Il bug del sistema
Qual era il "buco" nel sistema che gli impiegati sospesi hanno sfruttato? In sostanza, ogni mese circa 300 tagliandi dell'Atm – che devono essere stampati contestualmente alla richiesta del cliente – vengono scartati, perché stampati per errore dalle stampanti a causa di problemi tecnici, come ad esempio l'inceppamento o l'assenza di collegamento. Da ottobre dello scorso anno il numero dei biglietti scartati è salito sensibilmente, facendo scattare un campanello d'allarme all'interno dell'azienda. Sono partite subito le verifiche interne che hanno consentito di individuare i dieci dipendenti infedeli, che "forzando" il sistema causavano malfunzionamenti nell'emissione ed entravano così in possesso di un gran numero di biglietti da smerciare in nero. Il record spetta a uno dei dipendenti sospesi, che avrebbe venduto illegalmente circa 1800 biglietti, per un introito extra di 23mila euro.