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Milano, ragazzo barese cerca casa. La risposta: “Non affitto a extracomunitari e persone del Sud”

“Non affitto ad extracomunitari e persone del Sud Italia”. Questa la risposta che un proprietario di casa ha dato a Fabio De Pinto, ragazzo barese di 27 anni che da due mesi è a Milano ed è in cerca di una sistemazione. “Ho creduto fosse giusto che questa persona non la passasse liscia”, ha spiegato Fabio, che ha pubblicato lo screenshot della conversazione su molti gruppi Facebook ricevendo migliaia di commenti solidali. Il ragazzo, che sogna di diventare chef, ha poi spiegato: “Non è assolutamente cambiata la percezione dei milanesi e della città stessa, e non cambierà mai per via di questi singoli stupidi episodi”.
A cura di Francesco Loiacono
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La risposta ricevuta da Fabio De Pinto, giovane barese in cerca di una casa a Milano
La risposta ricevuta da Fabio De Pinto, giovane barese in cerca di una casa a Milano

Ritorno al passato: alla Milano del Secondo dopoguerra, quella in cui sulle porte delle case apparivano i cartelli con la scritta "non si affitta ai meridionali". Fabio De Pinto, giovane ragazzo barese venuto a Milano un paio di mesi fa col sogno di diventare chef, ha vissuto l'esperienza di uno spiacevole "viaggio nel tempo" mentre, come tanti altri ragazzi che scelgono il capoluogo lombardo come meta, stava cercando una sistemazione in affitto. Su uno dei tanti gruppi Facebook dedicati alla ricerca di case e stanze si è imbattuto in un annuncio che faceva al caso suo: un monolocale in zona Bovisa offerto a 570 euro. Ha provato più volte a contattare l'autore dell'annuncio, senza ricevere risposte. Poi, all'ennesimo sollecito, la risposta è arrivata, lasciandolo basito: "Non affitto ad extracomunitari e persone del Sud Italia". 

È lo stesso Fabio a spiegare a Fanpage cosa è successo: "Questo signore, che è un privato, ha pubblicato il suo annuncio più di una volta; essendo molto interessato al suo monolocale, perché adiacente alla mia scuola in zona Bovisa (dove Fabio frequenta da circa due mesi una scuola di cucina, ndr) ho insistito a scrivergli per la terza volta (sempre in modo corretto ed educato). All'ultima volta mi ha rifilato con molta nonchalance che ‘non affitto ad extra-comunitari e persone del sud Italia'. Al momento – ha aggiunto Fabio – non ho replicato, sono rimasto semplicemente a bocca aperta, perché non potevo credere ad una cosa simile, visto anche il periodo storico in cui ci troviamo, non ho dato molta importanza, perché non sono una persona sensibile agli insulti, guardo e vado avanti, ma soprattutto se mi appelli come ‘TERRONE', per me non è un'offesa, ma un orgoglio".

Fabio ha anche pensato che potesse trattarsi di un account fake, anche se riflettendoci ha preso una decisione: "Ripensandoci la sera, ho creduto fosse giusto che questa persona non la passasse liscia, anche se si trattasse di un account falso, c'è stato qualcuno dietro ad uno schermo che si è divertito a ferire e dunque ho voluto mettere in guardia qualcuno più sensibile e che si potesse trovare ad avere a che fare con quest'uomo. Così ho pubblicato lo ‘screen-shot' della conversazione in 6 diversi gruppi di Facebook, dove sono presenti più di 300.000 persone di tutte le nazionalità, ‘denunciando' l'accaduto". I suoi post hanno ricevuto migliaia di interazioni: "Si è creato un vero e proprio movimento solidale nei miei confronti, ho ricevuto messaggi privati, commenti, proposte per affitti di stanze e case e tanto altro". Come sempre c'è stato anche chi ha esagerato dall'altra parte, facendo generalizzazioni che non rendono giustizia alla maggior parte dei milanesi: "Hanno sostenuto che tutti i settentrionali agiscono in questa maniera, sono pronti a discriminarti e a non darti aiuto, che grazie ai meridionali che il nord va a gonfie vele. Cose da cui mi sono discostato – ha detto Fabio – perché non è assolutamente vero, a Milano si vive bene e ci sono tante persone per bene pronte ad aiutarti come mi è spesso capitato di incontrare, a partire dai proprietari della casa in cui adesso sosto da più di un mese".

Insomma, l'episodio che è accaduto a Fabio non ha incrinato la sua voglia di vivere a Milano: "Non è assolutamente cambiata la percezione dei milanesi e della città stessa, e non cambierà mai per via di questi singoli stupidi episodi, che vanno emarginati denunciandoli almeno in questo modo, ed infatti c'è stato un susseguirsi di testimonianze di altre persone che hanno ricevuto risposte simili e anche dallo stesso utente. A questo signore – conclude Fabio riferendosi all'autore della risposta razzista e ignorante – gli direi semplicemente che ci sono altri modi per dire le cose, lui è libero di affittare a chi vuole il suo appartamento, ma non di certo ferendo gente di cui non si conosce la situazione e quello che stanno passando, perché come me, sarà stato contattato da tante altre persone disperate in cerca di casa e che soprattutto dopo tutto ciò che l'umanità ha subito nel corso dei secoli, è sconcertante pensare che ci sia ancora una ‘classificazione razziale'". Preso dal vortice di questi ultimi giorni (l'episodio denunciato da Fabio risale al 30 ottobre), Fabio non è ancora riuscito a trovare una sistemazione: "Colgo l'occasione per chiedere se qualcuno avesse una stanza, monolocale o bilocale da offrire ad un bravo e gentile ragazzo (fiero) barese che se le cava ai fornelli (a cui piace condividere le pietanze)", ha scritto lui in un post. Una foto sul suo profilo Facebook lo ritrae con un vassoio di panzerotti (molto apprezzati anche qui a Milano): un ottimo spot che speriamo possa aiutarlo a trovare presto una casa o una stanza adatta alle sue esigenze.

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