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Milano, ragazzi parlano in arabo dell’Isis sulla metro: paura tra i passeggeri

Sabato sera, a Milano, tre ragazzi nordafricani hanno iniziato a parlare ad alta voce in arabo sulla metro, proferendo più volte la parola “Isis” e spaventando gli altri passeggeri. I tre hanno poi minacciato un addetto alla sicurezza che li aveva ripresi per il loro gesto. Uno dei tre ragazzi è stato denunciato dalla polizia per procurato allarme e minacce.
A cura di Francesco Loiacono
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Qualche timore sabato sera a Milano per un episodio che testimonia il livello di preoccupazione che si respira anche in Italia dopo gli attentati terroristici di Parigi. Come riporta il quotidiano Il Giorno, tre ragazzi nordafricani hanno spaventato i passeggeri della metro iniziando a parlare in arabo ad alta voce e proferendo più volte la parola "Isis" davanti agli altri passeggeri. L'episodio è accaduto intorno alle nove di sera sulla linea rossa, la M1. Non si sa se i tre volessero effettivamente spaventare gli altri passeggeri o stessero semplicemente parlando tra di loro: il clima di terrore imposto dagli atti terroristici purtroppo si ripercuote anche sulla percezione di episodi di questo genere, che potrebbero essere facilmente distorti.

Uno dei tre è stato denunciato per procurato allarme

Di certo c'è che, una volta scesi dal vagone alla fermata Duomo, i tre ragazzi sono stati seguiti e rimproverati da un addetto alla sicurezza di Atm, che era stato informato dagli altri passeggeri sull'atteggiamento dei tre. I ragazzi hanno reagito al rimprovero con minacce al dipendente Atm: uno di loro, come ha riferito l'uomo alla polizia, cui ha poi denunciato l'accaduto, ha mimato l'intenzione di voler "tagliare la gola" all'addetto alla sicurezza. Una volante della polizia ha successivamente rintracciato uno dei tre ragazzi a pochi metri dal Duomo, nei pressi della Loggia dei mercanti. Il ragazzo è un 20enne con piccoli precedenti penali, vive nell'hinterland di Milano da molti anni ma non è mai stato segnalato per la sua appartenenza all'Islam radicale. Circostanza che rafforza l'ipotesi che, assieme ai suoi due amici, abbia voluto compiere una bravata quantomeno inopportuna, considerando i tempi. Il suo gesto gli è valso comunque una denuncia a piede libero per minacce aggravate e procurato allarme.

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