Milano, prete si scaglia contro il Duomo a pagamento: “Ucciso dal consumismo”
Il Duomo di Milano può ancora essere chiamato "chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani"? La domanda se l'è posta don Sergio Massironi, un giovane sacerdote di Cesano Maderno, che sul proprio blog "A misura d'uomo" ha scritto un intervento fortemente polemico contro l'ingresso a pagamento alla Cattedrale di Milano. Una misura che è stata istituita nel 2015, in occasione del semestre di Expo, ma che è rimasta in vigore anche successivamente. L'ingresso al Duomo è a pagamento per i turisti, cui è riservata un'ampia parte della Cattedrale: i fedeli, invece, possono entrare gratis per confessarsi e seguire la Messa, ma a loro secondo il sacerdote è riservata solo "una striscia".
Il Duomo a pagamento: si è ceduto alle ragioni economiche a discapito di quelle religiose
Sabato, vigilia della festa della Dedicazione che ricorre ogni terza domenica d'ottobre, don Massironi ha condiviso sul proprio profilo Facebook il post del suo blog, dall'eloquente titolo "Il duomo ucciso", ottenendo ampi consensi: "Un’improvvida scelta ha mutato il duomo in un museo: si è ceduto alle ragioni economiche a discapito di quelle religiose e simboliche, trasformando quella che era una cattedrale viva, sempre abitata da persone alla ricerca di riposo, di contemplazione e di bellezza, in un gettonatissimo ‘monumento'. Per di più – aggiunge il sacerdote – in maniera bugiarda, annunciando che il biglietto sarebbe durato solo per il periodo di Expo, come se ci si potesse giocare impunemente della buona fede e della memoria dei milanesi".
Il nostro Duomo è entrato nel circolo del consumismo turistico globalizzato
Al di là del ticket d'ingresso, don Massironi nel suo intervento denuncia anche lo snaturamento del Duomo, che sembra essersi piegato alle logiche del consumismo e del marketing, rendendosi più appetibile per i turisti a discapito della sua funzione spirituale: "Al seguito delle cattedrali di Ravenna, di Pisa e di Firenze, il nostro duomo è entrato nel circolo del consumismo turistico globalizzato. È divenuto un oggetto oleografico, le cui vetrate vengono illuminate la sera dall’interno, attraverso dispendiosi e invasivi fari led appesi alle volte, per contribuire a un pittoresco passeggio serale in centro". Don Massironi ha poi criticato anche la scelta dell'attuale presidente della Fabbrica del Duomo: "Lo statuto della chiesa, introdotto un ticket, cambia radicalmente: lo spazio santo della gratuità di Dio, della fraternità, del Regno con la sua universale destinazione viene ‘patrimonializzato', ridotto a bene culturale retto dalla logica commerciale della fruizione remunerata. Interessante che Presidente della Fabbrica del Duomo, coerentemente, sia stato scelto la scorsa estate il dr. Fedele Confalonieri, uomo di cui Silvio Berlusconi per primo ha riconosciuto le virtù manageriali".
Il sacerdote: serve il coraggio di tornare indietro
Don Massironi si è quindi auspicato che si trovi "il coraggio di tornare indietro, di rinunciare a un facile guadagno per tornare alla gratuità, di spalancare di nuovo le porte della cattedrale": secondo il sacerdote "sarebbe il grande segno di una chiesa viva, ospitale e ‘in uscita'. Il giovane sacerdote ha ricordato quanto fece San Carlo Borromeo, che murò una porta laterale della Cattedrale per impedire il più breve passaggio di merci e di animali, dal momento che all'epoca il Duomo era il fulcro della vita non solo religiosa ma anche civile di Milano, in osmosi con il flusso di folla della piazza e delle arterie di comunicazione circostanti: "Chissà se occorrerà un nuovo San Carlo, a restituire la cattedrale ogni giorno ai milanesi", ha scritto don Massironi, che ha concluso il suo intervento ricordando il brano del Vangelo proposto ieri per la festa della Dedicazione. Un brano evocativo: è il racconto di Gesù che caccia i mercanti dal tempio.