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Milano, presunto scafista riconosciuto e accerchiato dai profughi: salvato dal linciaggio

Martedì pomeriggio a Milano, nel quartiere di Porta Venezia, un presunto scafista è stato accerchiato da decine dei profughi che stazionano nella zona. La folla era intenzionata a linciare l’uomo, che è stato salvato dall’intervento della polizia. Si indaga adesso per capire se davvero l’aggredito abbia un ruolo nel traffico d’esseri umani.
A cura di Francesco Loiacono
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È bastata l'accusa di una donna, arrivata in Italia con uno dei tanti barconi di disperati che raggiungono le nostre coste, per scatenare un'aggressione contro un presunto scafista che poteva terminare in linciaggio. L'episodio, riportato dal quotidiano La Repubblica, è avvenuto martedì pomeriggio a Milano, nel quartiere di Porta Venezia, da tempo ormai punto di riferimento per i tanti profughi, specie eritrei, che arrivano in città.

Milano, presunto scafista riconosciuto e accerchiato dai profughi

La donna, mentre camminava per le strade della zona spingendo il passeggino con all'interno suo figlio, ha creduto di riconoscere in un passante il comandante della barca con cui era arrivata in Italia. Il presunto scafista aveva minacciato di gettare in acqua il bambino, e la donna ha perciò iniziato a urlare in strada la sua rabbia, attirando l'attenzione dei tanti profughi che sostavano all'angolo tra via Lecco e via Lazzaro Palazzi. Il presunto scafista è stato così circondato in breve tempo da decine di persone, di varie nazionalità: oltre agli eritrei, anche somali, sudanesi e altri ancora. La folla, aizzata dalle urla della donna, si è fatta prendere dalla psicosi: altri hanno iniziato a riconoscere nell'uomo lo scafista che li aveva portati in Italia. Il processo sommario si è concluso con una sentenza: il linciaggio, ed è quindi scattata un'aggressione a colpi di calci e pugni.

Milano, presunto scafista salvato dal linciaggio

A evitare il peggio ci hanno pensato i poliziotti del commissariato Città Studi e della squadra mobile, che sono intervenuti in tempo per evitare che la situazione degenerasse. A una prima verifica delle forze dell'ordine, è risultato che molte delle versioni fornite dai partecipanti all'aggressione non potevano reggere: alcuni di quelli che avevano riconosciuto nell'uomo uno scafista erano infatti arrivati in Italia in momenti diversi e su imbarcazioni differenti. Contemporaneamente, però, gli agenti hanno avviato delle verifiche nei confronti dell'uomo aggredito e additato dalla folla, per capire se davvero possa avere qualche responsabilità nei viaggi della speranza tra le coste africane e l'Italia. La situazione è tornata alla normalità solo verso le 18, senza alcun arresto né fermo da parte della polizia.

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