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Milano, mozione anti-aborto: in comune la protesta ispirata alla serie tv “The Handmaid’s Tale”

Le attiviste di “Non una di meno” hanno protestato giovedì sera a Palazzo Marino, a Milano, per dire no alla mozione anti-aborto di cui si stava discutendo. Vestite come le “ancelle” protagoniste della serie tv americana “The Handmaid’s Tale” hanno interrotto la discussione entrando in aula e provocando così la sospensione della seduta.
A cura di Chiara Ammendola
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Le attiviste di "Non una di meno" durante la protesta a Palazzo Marino
Le attiviste di "Non una di meno" durante la protesta a Palazzo Marino

Una protesta che non è passata inosservata quella organizzata dalle attiviste di "Non una di meno", la rete per la difesa dei diritti delle donne, che giovedì sera, sono entrate nell'aula di palazzo Marino, la sede del comune di Milano, dove si stava discutendo della mozione anti-aborto. Erano vestite come le "ancelle" protagoniste della serie tv americana "The Handmaid's Tale" in cui le protagoniste sono donne costrette a fare figli, spesso sotto minacce, per famiglie abbienti che invece non ne hanno la possibilità. Una protesta che ha causato così la sospensione della seduta, dopo che le "ancelle" sono entrate in aula e si sono sedute tra il pubblico mentre Luigi Amicone discuteva i punti cardine della mozione. È stato infatti quest'ultimo il promotore della cosiddetta mozione anti-aborto che vorrebbe la riformulazione della Legge 194 nata per legalizzare l'aborto in Italia, ma che secondo il consigliere di Forza Italia avrebbe semplicemente contribuito ad aumentare il "ricorso all'aborto come strumento contraccettivo", non riducendo il ricorso all'aborto clandestino. Amicone, particolarmente vicino a Comunione e Liberazione, chiede al sindaco di far diventare Milano "città per la vita", prevedendo "congrui finanziamenti a istituzioni, associazioni e gruppi che sostengono concretamente politiche a favore della famiglia e della vita".

"Siamo qui per difendere il diritto all'aborto – spiega Carlotta, una delle attiviste entrate in aula – in una sede dove qualcuno vuole ridurci come le ancelle della serie tv. Questa mozione non riconosce la libertà di scelta delle donne. In una regione come la Lombardia dove i cosiddetti centri per la vita sono già finanziati e dove gli obiettori arrivano al settanta percento non serve di certo un provvedimento del genere. Spendiamo questi soldi per garantire i diritti delle donne".  "Sono convinto che quando verrà discussa la mozione verrà bocciata. A Milano non si ripeterà quanto avvenuto a Verona", le parole dell'assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino. Il documento presentato da Amicone ricalca in buona parte una mozione che ha fatto scandalo a Verona, diventata un caso politico nazionale, soprattutto per il voto favorevole della capogruppo del Pd, Carla Padovani. Anche qui, le attiviste di ‘Non una di meno' avevano manifestato con adesioni provenienti da tutta Italia. La mozione anti-aborto infatti è stata già approvata, tra tante polemiche, dal consiglio comunale di Verona ed è stata presentata anche a quello romano: il testo ricalca in gran parte il contenuto di quello presentato nella città veneta, ormai conosciuta come "città per la vita".

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