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Milano, madre e figlia precipitano dall’ottavo piano: la donna temeva le togliessero la piccola

Aveva paura che le togliessero la figlia la donna di 43 anni che ieri, lunedì 23 settembre, si è gettata dall’ottavo piano di un condominio in viale Regina Margherita a Milano insieme con la figlia di due anni. Lei p morta sul colpo mentre la piccola è stata ricoverata in gravi condizioni al Niguarda. Per giovedì 26 settembre era prevista un’udienza per decidere dell’affido della piccola.
A cura di Chiara Ammendola
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(Il palazzo di viale Regina Margherita dove è avvenuta la tragedia. Foto: Simone Giancristofaro)
(Il palazzo di viale Regina Margherita dove è avvenuta la tragedia. Foto: Simone Giancristofaro)

Un puzzle che prende forma nel quale ogni pezzo è necessario per far luce su quanto accaduto nel primo pomeriggio di ieri lunedì 23 settembre nel condominio al civico 5 di viale Regina Margherita a Milano dove una donna ha perso la vita dopo essere precipitata dall'ottavo piano. Un gesto volontario, sono certi gli inquirenti, nel quale ha coinvolto anche la figlia di soli due anni trasportata in codice rosso all'ospedale Niguarda. Dopo i primi bollettini che facevano presagire delle condizioni critiche i medici hanno sciolto la prognosi: la piccola si salverà. Fortunatamente le lesioni riportate nella caduta non hanno coinvolto la testa né hanno avuto ripercussioni interne: le fratture e i traumi sono guaribili. La madre l'ha stretta intorno a sé e si è lanciata nel vuoto.

La donna aveva già perso la custodia di altri due figli

Un gesto dietro il quale si nasconde una passato di madre che ha già perso due figli, di 8 e 11 anni, affidati al padre e che rischiava ora di perdere anche la terza figlia, nata da una relazione con un altro uomo. La 43enne, laureata in giurisprudenza, aveva infatti avuto già contatti con gli assistenti sociali: il padre della bimba, secondo quanto riportato da Corsera, era intenzionato non solo a chiedere la custodia della figlia ma anche a dimostrare che la madre fosse pericolosa. L'udienza era prevista per il prossimo 26 settembre, e per questo insieme con il suo avvocato stava preparando la difesa per opporsi alle accuse del compagno. Ma quel giorno per la 43enne non è mai arrivato.

Ricoverata al Niguarda, la bambina è fuori pericolo

Intorno alle 15 alcuni condomini del palazzo signorile di viale Regina Margherita, zona residenziale della città, hanno udito un tonfo. È bastato poco a tutti per capire cosa fosse accaduto: la donna giaceva nell'atrio del condominio in una pozza di sangue, mentre la bimba le stava accanto, vigile, cosciente e confusa. E poi le chiamate al 118, le sirene delle volanti e i condomini che pian piano realizzano cosa sia accaduto. Una testimone racconta a Fanpage.it di aver visto la 43enne lanciarsi nel vuoto: "Ho sentito un rumore molto forte e delle urla, mi sono affacciata e ho visto questa scena raccapricciante. In vita mia ne avevo viste solo nei film". Stando a quanto emerge della prime testimonianze, la donna precipitata non era residente nel palazzo. La 43enne deceduta "non abita qui" e "quando è entrata ha chiesto di uno studio legale che si trova al piano rialzato, ma poi è salita all'ottavo piano e ha fatto quello che ha fatto. Si è gettata nella tromba nelle scale davanti all'ascensore. La 43enne aveva lasciato su Facebook un messaggio d'addio. Stando a quanto emerge la donna, che aveva avuto problemi di tossicodipendenza, temeva che le avrebbero tolto la bambina per darla poi in affidamento ad altre persone. A chiarire la dinamica saranno le indagini affidate agli agenti della Questura, coordinate dal pubblico ministero di turno Maura Ripamonti.

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