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Milano, locandine di estrema destra imbrattano il murale del liceo Vittorio Veneto

Locandine della parata di estrema destra che si è tenuta lo scorso 29 aprile a Milano sono state affisse sui muri del liceo Vittorio Veneto, imbrattando un’opera che gli studenti del liceo e del vicino Itis Ettore Conti avevano appena ultimato. Il murale è stato ripristinato, ma un collettivo studentesco ha denunciato l’accaduto: “Ci aspettiamo che i cittadini prendano coscienza dell’accaduto e si associno a tutti gli studenti nella condanna di questo avvenimento”.
A cura di Francesco Loiacono
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Le manifestazioni di estrema destra che si sono tenute a Milano due giorni fa, il 29 aprile, hanno lasciato un ulteriore strascico polemico. Questa volta a protestare non sono l'Anpi o politici cittadini, ma alcuni studenti dello storico liceo scientifico Vittorio Veneto. Nella notte tra il 28 e il 29 aprile, dunque alla vigilia delle manifestazioni per commemorare Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, ignoti hanno infatti tappezzato con le locandine del corteo di estrema destra i muri perimetrali del liceo. Le locandine, inequivocabilmente riconducibili agli ambienti di estrema destra milanese, hanno parzialmente coperto e rovinato un'opera che gli studenti del Vittorio Veneto e del vicino Itis Ettore Conti avevano ultimato proprio il 28 aprile. Il progetto di riqualificazione si chiama "talking walls" e prevedeva di adornare i muri dell'istituto superiore con volti di personaggi legati al mondo scientifico. Gli studenti del liceo che si trova in via Angelo de Vincenti hanno immediatamente rimosso le locandine, ripristinando il murale. Non essendo però la prima volta che i muri venivano imbrattati da manifesti di matrice neofascista hanno deciso di denunciare l'episodio: "Le locandine erano firmate "i camerati", e contenevano simboli di chiara matrice fascista, come la croce celtica – ha scritto il collettivo Roberto Franceschi Vittorio – Non essendo la prima volta che si verifica un gesto del genere, ci sentiamo in dovere di condannare duramente questi atti provocatori e incostituzionali. Ci aspettiamo che i cittadini prendano coscienza dell'accaduto e si associno a tutti gli studenti nella condanna di questo avvenimento".

Le proteste degli studenti si sommano a quelle dell'Anpi

Le proteste degli studenti del Vittorio Veneto si sommano a quelle che hanno accompagnato le manifestazioni del 29 aprile: prima, vicino all'abitazione di Ramelli (militante del Fronte della gioventù ucciso nel 1975 da esponenti di Avanguardia operaia), in centinaia avevano teso il braccio nell'atto del saluto romano, come avviene ormai ogni anno. In seguito circa duecento esponenti dei principali movimenti di estrema destra milanese si erano poi ritrovati in piazzale Loreto, nel luogo in cui venne esposto il cadavere di Mussolini (e in cui in precedenza erano stati fucilati 15 tra antifascisti e partigiani), per una commemorazione non autorizzata. Un gesto duramente condannato dal presidente della sezione provinciale di Milano dell'Anpi, Roberto Cenati: "E’ estremamente grave quanto accaduto in piazzale Loreto, proprio dove sorge il Monumento dedicato ai Quindici Martiri, partigiani e antifascisti, prelevati dal carcere di San Vittore per ordine del capitano della Gestapo Theodor Saevecke e fucilati all’alba del 10 agosto 1944 da un plotone della Legione autonoma Ettore Muti. La gravissima provocazione neofascista conclusasi con saluti romani offende la memoria dei Quindici Martiri di Piazzale Loreto e di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la libertà di tutti noi. E’ fondamentale che alla identificazione e alle denunce per apologia del fascismo operate dalle Forze dell’Ordine seguano, questa volta, esemplari condanne da parte della Magistratura. Non è più tollerabile – ha concluso Cenati – che nella nostra città si ripetano sfregi e offese a Milano, Città Medaglia d’Oro della Resistenza, e alla Memoria dei Combattenti per la Libertà".

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