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Milano, lei lo lascia e lui diffonde video intimi e frasi denigratorie: condannato per revenge porn

È arrivata la condanna definitiva per l’uomo accusato di aver diffuso video intimi della ex fidanzata online dopo che quest’ultima l’ha lasciato. La Cassazione lo ha riconosciuto colpevole di diffamazione aggravata, atti persecutori e trattamento illecito di dati personali in danno alla fidanzata, avendo compiuto quelle azioni solo “nel risentimento e nel rancore nutrito nei confronti della fidanzata” e “nell’interesse ritorsivo a screditarla”.
A cura di Chiara Ammendola
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È stato condannato dalla Cassazione per diffamazione aggravata, atti persecutori e trattamento illecito di dati personali in danno alla fidanzata, l'uomo finito a processo per aver diffuso in rete video intimi della sua ex fidanzata e sul luogo di lavori biglietti denigratori sempre rivolti alla donna. Si tratta della prima condanna definitiva per "revenge porn", ovvero la cosiddetta vendetta nei confronti principalmente delle donne che riguarda la diffusione sul web senza alcun permesso di immagini intime della vittima. In attesa dell'ok definitivo in Senato del ddl "Codice rosso", la Corte di Cassazione ha anticipato la tutela nei confronti delle vittime del "revenge porn" con una condanna nella quale il reato viene per la prima volta esplicitato: "L'uomo, con ottime competenze informatiche, postando sette video intimi e denigratori aveva interesse a creare alla ex una situazione di turbamento esistenziale scaturente dall’essere additata, e addirittura ricercata, come persona disponibile ad incontri sessuali occasionali e perversi con sconosciuti. Tale condotta integra gli estremi della revenge porn".

La storia inizia sul luogo di lavoro, nella Procura di Milano, dove i due si conoscono e si piacciono, iniziando così a frequentarsi. Una relazione che non dura molto ma che lascia l'uomo, nel momento in cui la donna decide di troncare quel rapport, in uno stato di irrequietezza: lui non riesce infatti ad accettare la fine di quel rapporto e così dopo aver cercato, invano, di tornare con lei, inizia a cambiare atteggiamento. Decide così di distribuire bigliettini sul posto di lavoro sui quali ha scritto offese nei confronti della ex e poi posta su internet, senza alcuna autorizzazione da parte della ex, video che riprendono la donna in atteggiamenti intimi con lui. Da qui la denuncia e le indagini, fino alla condanna in primo grado, poi confermata in appello, e che ora diventa definitiva: "L'agire dell’uomo trovava spiegazione nel risentimento e nel rancore nutrito nei confronti della fidanzata per la fine della loro relazione e, quindi, nell’interesse ritorsivo a screditarla non solo nell’ambiente di lavoro (dove l’uomo aveva diffuso bigliettini con epiteti denigratori della donna), ma anche agli occhi della vasta platea degli utenti del web".

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