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Milano, la rabbia dei commercianti dei Navigli: “Non possiamo chiudere per colpa di pochi”

Il giorno dopo sui Navigli tutto tace: poche persone in giro e bar semi vuoti lungo la zona della movida di Milano al centro delle polemiche per gli assembramenti durante l’ora dell’aperitivo avvenuti giovedì 7 maggio. L’altra faccia della medaglia sono i commercianti che a pochi giorni dall’apertura si ritrovano con i locali vuoti e la minaccia del sindaco Sala di chiudere in maniera definitiva i Navigli: “Non possiamo pagare le colpe di 10 o 20 persone – lo sfogo del gestore di un bar – se continuiamo così questa diventa un città fantasma”.
A cura di Chiara Ammendola
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La quiete dopo la tempesta, o forse no. Il giorno dopo che le immagini dei Navigli di Milano hanno fatto il giro d'Italia suscitando rabbia e indignazione, i famosi canali della città, simbolo della movida milanese sono tornati tranquilli. Tante forze dell'ordine e poche persone a passeggio e pochissimi all'esterno dei tanti bar pronti a prendere una birra o un cocktail d'asporto all'ora dell'aperitivo.

Anche il sindaco Sala a controllo dei Navigli: Oggi va meglio

Quest'oggi però a parlare sono proprio i commercianti, i ristoratori e i gestori dei bar che da tutta questa storia potrebbero pagare il conto più salato, quello della chiusura, come minacciato questa mattina dal sindaco di Milano Beppe Sala che quelle immagini dei Navigli proprio non le ha mandate giù. E così questa sera ha vestito i panni del sindaco sceriffo e ha raggiunto il Naviglio Grande per controllare di persona la situazione, per l'occasione si è fatto anche fotografare postando lo scatto su Instagram: "Navigli ora, meglio. Grazie – scrive nella didascalia della foto – e io mi prendo la responsabilità di fare di più sui controlli". Intanto però c'è chi i controlli li richiede a gran voce per scongiurare una chiusura definitiva: "Non so questa situazione dove ci porterà, il risultato è che non si lavora – spiega un commerciante – siamo messi davvero male, il rischio è che fino a giugno o luglio non si vedranno clienti".

Se continuiamo così Milano diventerà una città fantasma

Amareggiato invece col sindaco un altro gestore di un bar: "Addirittura chiudere i locali o la zona perché ci sono 10 o 20 persone che non rispettano le regole – aggiunge – le vie di Milano sono fatte di bar e ristoranti e se andiamo così la facciamo diventare una città fantasma. Oggi ci stanno controllando come se fossimo dei criminali". Ma c'è chi ammette che ieri qualcosa non ha funzionato: "È un problema sia per loro che per noi – spiega una ristoratrice – se chiudiamo come facciamo?". E c'è invece chi punta il dito verso le regole: "Le regole sono sempre poco chiare, sono tre giorni che puliamo e ho avuto controlli da guardia di finanza, polizia e carabinieri. Il risultato sapete qual è? Che da noi non verrà nessuno e la gente inizierà a fare feste in casa: loro si ammalano e noi chiudiamo".

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