Milano, la prima messa in Duomo dopo il lockdown: fedeli distanziati e con mascherine
Trenta fedeli hanno varcato questa mattina alle 8 l'ingresso del Duomo di Milano per prendere parte alla prima messa tenutasi dopo la fine del lockdown. Come annunciato nei giorni scorsi tutti i fedeli hanno dovuto superare i controlli necessari oltre che attenersi alle norme previste per contenere il contagio da Coronavirus: dopo essere entrati in Duomo dall'ingresso laterale, sono stati sottoposti a misurazione della temperatura e poi al controllo delle borse e al metal detector.
Ad annunciare la messa che si è tenuta nella cappella feriale della cattedrale, che si trova esattamente dietro l'altare, l'organo che ha risuonato dopo oltre due mesi di silenzio. La funzione è stata celebrata dal capo della Veneranda Fabbrica, Monsignor Gianantonio Borgonovo. "Ho pregato molto di più a casa, ascoltando la Messa tutte le sere e mi sentivo di più legata a Dio, ma adesso avevo voglia di riprendere perché il contatto fisico serve. – racconta una fedele – mi mancava casa del Signore: la chiesa. Essere di nuovo presente con tutte precauzioni è giusto: bisogna vivere nella positività". "Ci ritroviamo qui nel giorno del centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, con gioia chiediamo la sua intercessione per il cammino delle nostre comunità, che si ritrovano in Duomo dove convergono tante persone da più parti", le parole di monsignor Borgonovo.
Come previsto dal protocollo d'intesa sottoscritto dal Governo Italiano e della Conferenza Episcopale Italiana, i fedeli che accedono al Duomo per prendere parte alle celebrazioni liturgiche devono mantenere la distanza interpersonale di 1,5 metri, devono igienizzare le mani e indossare mascherine o dispositivi di protezione personale che coprano naso e bocca. La Comunione eucaristica può essere ricevuta esclusivamente sulle mani, infine è vietato l’ingresso per chi presenta sintomi influenzali respiratori, temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5 gradi.