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Milano, la finanza sequestra 740mila mascherine: “Prezzi gonfiati del 700 per cento”

Mezzo milione di dispositivi a norma, ma venduti a prezzi gonfiati fino al 700 per cento. Altre 240mila senza certificazioni e marchio CE trovate in vendita nelle farmacie. I militari della guardia di finanza di Milano e di Lodi hanno sequestrato 740mila dispositivi protettivi in due diverse operazioni contro la speculazione sull’emergenza coronavirus.
A cura di Simone Gorla
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La guardia di finanza di Milano e di Lodi ha sequestrato, in due diverse operazioni, 740mila mascherine protettive. I finanzieri lodigiani, a seguito delle perquisizioni effettuate a Segrate e Pioltello, hanno scoperto un carico di dispositivi, tutti a norma, messi in vendita con un prezzo del 700 per cento più alto rispetto al valore di mercato. Il titolare dell'azienda è stato denunciato per violazione dell’articolo 501 bis del Codice Penale: “manovre speculative sulle merci”. Le fiamme gialle milanesi hanno sequestrato 240mila dispositivi messi in commercio con una impropria marcatura “CE” e senza la necessaria documentazione.

Prezzi gonfiati e speculazione, sequestrato mezzo milione di mascherine

L'operazione dei finanzieri di Lodi, partita dalla denuncia di un cittadino, ha portato in dodici ore a trovare una società della provincia di Milano che vendeva dispositivi a prezzi gonfiati.
Perquisizioni effettuate in Segrate e Pioltello hanno rivelato come la percentuale di ricarico sui Dpi, in alcuni casi, ha raggiunto anche il 700 per cento rispetto al valore di mercato.
Guanti, camici mono uso e mascherine sia chirurgiche sia di tipo FFPP1, FFPP2 e FFPP3 erano tutti conformi alla norma tecnica di riferimento. Il titolare dell’azienda, B.R. di anni 58 anni, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Milano per violazione dell’articolo 501 bis del Codice Penale: “manovre speculative sulle merci”.

Dispositivi illegali, l'operazione della guarda di finanza a Milano

Le fiamme gialle del comando provinciale di Milano hanno sequestrato oltre 240mila mascherine. L'operazione è partita da approfondimenti su 12 farmacie milanesi, tutte parte di una
cooperativa, dove sono state trovate oltre 30mila mascherine vendute come dispositivi medici (mascherine chirurgiche) o dispositivi di protezione individuale, con una impropria
marcatura “CE” o senza le certificazioni previste. Dopo il primo sequestro, i militari sono risaliti alla catena di distribuzione delle mascherine, individuandone il fornitore in una società di Milano, operante nel settore della grande distribuzione farmaceutica, che le aveva importate dalla Cina e messe in vendita senza i necessari controlli. Nel magazzino della società sono state individuate e
sequestrate quasi 210.000 ulteriori mascherine, di cui circa 75.000 commercializzate come chirurgiche e oltre 134.000 come dispositivi di protezione individuale.

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