Milano, investe e uccide un motociclista: guardia giurata si toglie la vita sparandosi alla testa
Ha travolto un motociclista dopo aver bruciato un semaforo rosso e, resosi conto della gravità delle sue condizioni, è tornato in auto e si è sparato alla testa con la pistola d'ordinanza. È successo prima dell'alba a Milano, in piazza Emilia. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, pochi minuti dopo le 4 di oggi, mercoledì 20 novembre, hanno trovato la guardia giurata di 26 anni agonizzante nell'abitacolo dell'automobile e il motociclista, di 65 anni, riverso sull'asfalto in fin di vita. Il vigilante è stato dichiarato alle 5.15 al Policlinico, anche per il centauro la corsa in ospedale è stata vana. Il 65enne è deceduto pochi minuti più tardi.
Investe un motociclista: guardia giurata si spara con la pistola di ordinanza
Sul posto sono accorsi quattro equipaggi del 118 Areu, con due ambulanze e due automediche in codice rosso. I due feriti in arresto cardiaco sono stati rianimati sul posto e quindi trasportati d'urgenza in ospedale. I motociclista è stato portato al Niguarda alle 4.50, il vigilante è arrivato al Policlinico alle 5.03. I medici hanno provato in tutti i modi a salvare loro la vita, ma il quadro è apparso disperato fin dai primi momenti.
Indagano la polizia locale e i carabinieri
Sull'accaduto indagano i carabinieri e la polizia locale. Stando alle prima ricostruzione da parte del personale sanitario e delle forze dell'ordine, all'origine del dramma potrebbe esserci un semaforo rosso non rispettato dall'automobilista. Il veicolo proveniva da Linate in direzione del centro quando, all'altezza di Corso XXII e piazza Emilia, ha incrociato il motociclo in arrivo da via dei Mille verso viale Umbria. Forse per una mancata precedenza i due mezzi si sono trovati uno davanti all'altro. La moto ha sbandato e l'automobile l'ha travolta. Il conducente è sceso dal mezzo e si è avvicinato al centauro a terra. Resosi contro della gravità delle ferite dell'uomo, sarebbe tornato in macchina a prendere la pistola e avrebbe quindi rivolto l'arma d'ordinanza contro di sé. Si cercano ora testimoni oculari del fatto, nella speranza che possano fornire una conferma su questa ricostruzione.