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Milano, in arrivo nuovi referendum: Navigli aperti, 25mila alloggi sociali e Area C estesa

Il comitato MilanoSiMuove ha presentato quattro nuovi referendum con carattere vincolante. Se dovessero essere ammessi i milanesi potranno esprimersi sulla riapertura dei Navigli, sulla realizzazione di 25mila alloggi di edilizia sociale e su altre tematiche di natura ambientale.
A cura di Francesco Loiacono
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Con l'avvicinarsi delle elezioni comunali a Milano – previste nel 2016 – torna ad affacciarsi l'ipotesi di nuovi referendum sui quali potrebbero esprimersi i milanesi. Si tratta di una sorta di riedizione dei referendum svolti nel 2011, votati da circa mezzo milione di persone con una netta vittoria dei sì ai quesiti, che riguardavano tematiche come la riduzione di smog e inquinamento, la salvaguardia degli alberi, la conservazione del "parco agroalimentare realizzato sul sito di Expo" e la riduzione dei gas serra.

I quesiti allora avevano carattere solo consultivo: e di fatto alcuni sono rimasti lettera morta nonostante i sì. Basti pensare alla salvaguardia degli alberi, tematica in questi giorni fortemente dibattuta per l'eradicazione di piante a causa dei cantieri della metro 4. Anche per questo motivo, sfruttando una modifica allo Statuto del Comune, il comitato che propone i nuovi quesiti referendari – lo stesso di allora, gli ambientalisti-radicali di MilanoSiMuove – ha intenzione di proporre referendum di natura propositiva: ossia il cui esito diventerebbe vincolante per l'amministrazione comunale.

I quattro nuovi referendum

I nuovi quesiti proposti sono quattro: 25mila nuovi alloggi sociali, riapertura dei Navigli, interventi sulla mobilità con estenzione dell'Area C e più verde pubblico. Per tutti gli interventi è stata prevista una copertura. Gli alloggi sociali, molto utili in una città in perenne emergenza abitativa, verrebbero ricavati da uffici sfitti. Per quanto riguarda la mobilità, si interverrebbe sull'estensione dell'Area C e sulla realizzazione di un'altra linea della metro, la 6. Gli interventi sul verde pubblico tornerebbero a chiedere il raddoppio degli alberi e l'aumento del verde pubblico. Circa due miliardi di euro potrebbero essere trovati privatizzando le principali partecipate di Palazzo Marino, A2a, Sea e Serravalle con l'adozione dell'azionariato popolare diffuso. Altre risorse potrebbero provenire da finanziamenti europei e dalla vendita dello stadio di San Siro.

L'iter

I quattro referendum sono stati depositati giovedì a Palazzo Marino da Marco Cappato, consigliere dei Radicali, e dall'ex assessore della giunta Moratti, Edoardo Croci, presidente di MilanoSiMuove. L'iter prevede adesso un primo parere dei garanti comunali sulla legittimità dell'iniziativa entro 15 giorni. Poi, nei prossimi mesi, i promotori dovranno raccogliere 15mila firme per iniziare il percorso di consultazione. Se approvati, i candidati sindaci alle Comunali del 2016 non potranno esimersi dal dire la loro posizione sulle tematiche oggetto di referendum: con la differenza che questa volta, se i quesiti saranno approvati, dovranno anche venire realizzati entro il 2020.

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