Milano, il sindaco Sala: “Senza immigrati la città si ferma”, e chiede un piano di inclusione
Secondo il sindaco di Milano Beppe Sala uno dei punti di forza della sua città è dato dagli immigrati: senza di loro "Milano si fermerebbe". Ed è da questo assunto, ha spiegato il sindaco, che bisogna partire per sviluppare un piano nazionale che preveda politiche sociali e di inclusione che consentono anche ai migranti di contribuire alla crescita della città che li ospita. Le parole del primo cittadino, rilasciate al mensile Domus attraverso una lunga intervista, si aggiungono a quelle in cui racconta della crescita urbanistica della città negli ultimi anni e i progetti fino al 2025. Progetti che hanno portato oggi Milano a far parte delle capitali europee di riferimento a livello internazionale, pur non essendo una capitale. "Essere una città aperta e internazionale significa anche accogliere chi scappa dal proprio Paese per fuggire alle guerre o decide di costruire qui un futuro migliore per sé e la propria famiglia – ha spiegato Sala – qui il 19 per cento della popolazione è di origine straniera, contro il nove per cento nazionale".
Sala giovedì a Roma per discutere del decreto sicurezza
Una posizione più netta dunque quella di Sala in merito agli immigrati dopo le polemiche nate tra i sindaci di Palermo e Napoli e il ministro Salvini in merito al Decreto Sicurezza. Una posizione però che non prevede nessun atto di disobbedienza civile come annunciato da Majorino nei giorni scorsi, ma che piuttosto vuole aprirsi al dialogo. Giovedì il sindaco infatti si unirà agli altri sindaci italiani a Roma per un incontro utile alla discussione del decreto voluto dal ministro dell'Interno che ha scatenato non poche polemiche. Intanto oggi a Milano, alle 18 in piazza della Scala, ci sarà un presidio contro lo stesso decreto, organizzato dalla Rete No CPR, per chiederne la sospensione.