Milano, il prefetto contro UberPop: confiscate le prime tre auto
Da quando lo scorso maggio Uberpop – servizio che consente a chiunque di offrire passaggi a pagamento con la propria auto – è stato dichiarato fuorilegge dal ministro Lupi, dopo una protesta durata 5 giorni da parte dei tassisti regolari milanesi, le tensioni tra le diverse categorie non si sono placate. Il servizio di noleggio con conducente è stato al centro di numerose polemiche, a partire dalla decisione di Palazzo Marino, che si era mostrato non intenzionato ad aiutare economicamente il servizio, fino agli insulti osceni alla manager Benedetta Arese Lucini. Adesso scende in campo la Prefettura di Milano, che ha firmato i primi tre provvedimenti, con i quali si trasferisce allo Stato la proprietà di altrettante auto convenzionate con UberPop, sequestrate negli scorsi mesi. Provvedimenti figli delle sentenze del giudice di pace, che hanno dichiarato inammissibili i ricorsi di sei dei 62 autisti a cui la polizia locale ha sequestrato le auto dallo scorso autunno.
I vigili denunciano: "UberPop è illegale"
Sui 62 ricorsi presentati – tutti gli autisti UberPop si sono rivolti al giudice di pace – sette sono arrivati a sentenza: in sei casi i giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso, secondo il disposto dell’articolo 86 comma 2 del Codice della Strada, che definisce quello di UberPop un "servizio di taxi senza essere in possesso del prescritto titolo". Nel frattempo, gli autisti che si sono visti confiscare le vetture dalla prefettura dovranno fare nuovamente ricorso al giudice di pace, chiedendo l’annullamento del provvedimento. Le spese legali saranno pagate da Uber Italia.
In questa situazione caotica prova a fare un po' di luce il comandante dei vigili urbani di Milano, Tullio Mastrangelo, che spiega: "Il servizio è totalmente illegale. Noi possiamo intervenire nella violazione amministrativa al codice della strada, perché bisogna avere una licenza per fare servizio di trasporto pubblico non di linea, e noi contestiamo questi illeciti quando qualcuno li pone in essere, in flagranza. Sono autisti non abilitati, che guidano veicoli non abilitati al trasporto pubblico e senza l’assicurazione adeguata a portare in giro passeggeri. Chi sale a bordo di UberPop, lo fa a suo rischio".