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Milano, il piano taxi di Sala: “Nuove licenze e carte di credito”. Tassisti sul piede di guerra

Da una parte il sindaco Giuseppe Sala e l’amministrazione comunale, che hanno proposto un piano per incrementare il servizio taxi con 500 nuove licenze, taxi sharing, seconde guide e un monitoraggio del servizio. Dall’altra i tassisti che puntano il dito contro il traffico e chiedono di migliorare piuttosto i trasporti pubblici. Alla base dello scontro, che rischia di scatenare una nuova ondata di proteste delle auto bianche, uno studio di Palazzo Marino che certifica come sia diventato quasi impossibile trovare un taxi a Milano nelle ore di punta e nei weekend.
A cura di Simone Gorla
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Si profila all'orizzonte una nuova guerra dei tassisti a Milano. Da una parte il sindaco Giuseppe Sala e l'amministrazione comunale, che propongono di attivare nuove licenze per fare fronte all'aumento delle richieste dovuto alla crescita dei flussi turistici. Dall'altra le associazioni di categoria che criticano questa scelta e suggeriscono piuttosto di incrementare i mezzi pubblici nelle ore serali e notturne.

Le proposte del Comune: nuove licenze, taxi sharing, seconde guide

Tutto è partito con la presentazione delle proposte di Palazzo Marino per incrementare il servizio taxi. Quattro misure – 500 nuove licenze, taxi sharing, seconde guide e monitoraggio – che l'assessore alla Mobilità Marco Granelli ha illustrato nel corso di un incontro con le associazioni dei tassisti. Un monitoraggio del servizio per analizzare in modo costante lo svolgersi dei turni. L'attivazione di un secondo turno di guida senza oneri per le licenze già esistenti, che permetterebbe si impiegare due conducenti per ogni taxi e coprire in totale 16 ore (chi attiverà la seconda guida dovrà garantire i pagamenti elettronici). Il taxi sharing per permettere al singolo mezzo di potare più persone dirette verso lo stesso luogo, facendo risparmiare i clienti. E soprattutto l'ipotesi di attivare 500 nuove licenze taxi, tutte elettriche, metà attrezzate per disabili, l’altra metà con un vincolo orario.

Boccalini (Taxiblu): Non servono più licenze, potenziare i mezzi pubblici

Non si sono fatte attendere le prime prese di posizione contro la proposta di aumentare le licenze. “Non è pensabile che in una città come Milano dove i taxi rappresentano l’1,2 % del trasporto pubblico (per persone trasportate) si punti l’indice contro di noi, quando Atm e Comune non fanno niente per potenziare il servizio. Qualcuno tra loro dovrebbe seriamente pensare di dimettersi perché incapaci di gestire un servizio pubblico degno di una città europea”, ha commentato Emilio Boccalini, presidente di Taxiblu 02.4040, il più grande Radiotaxi milanese. “Anche se ci fossero 100mila taxi a Milano, quando chiudono le metropolitane e gli autobus smettono di girare, non basterebbero comunque a colmare le lacune del trasporto pubblico di linea – ha aggiunto -. Se il Comune vuole fare qualcosa di concreto per la mobilità, cominci a tenere aperta la metropolitana anche di notte e a migliorare seriamente la viabilità stradale e la smetta con le scelte demagogiche degli ultimi anni”. “Non serve introdurre 500 nuove licenze taxi a Milano perchè, in primo luogo, il nostro settore e gli utenti hanno bisogno che l'amministrazione si sforzi di rendere più scorrevole il traffico nelle ore di punta. In secondo luogo la legge permette ai comuni di potenziare il servizio introducendo la seconda guida e consentendo ai singoli taxi, alle singole licenze, di lavorare su più turni", ha spiegato a MiaNews Nereo Villa, rappresentante milanese del sindacato Satam.

Sala: Licenze ferma da anni mentre turisti aumentano

Giuseppe Sala è intervenuto sul tema a margine della cerimonia dell'alzabandiera in piazza Duomo. Il sindaco ha assicurato di "non voler fare nulla che non sia concordato" e ha aggiunto: "Capisco che la categoria lo veda come un rischio di avere meno lavoro, ma rimane il fatto che, a fronte di licenze lasciate invariate da molti anni, il flusso di turisti su Milano è visibilmente aumentato". Il primi cittadino ha lanciato anche una frecciata a quei tassisti che ancora non accettano il pagamento con il Pos, osservando che "con la carta di credito ormai si paga anche il caffè".

Taxi introvabili nelle ore di punta e nei weekend

Uno studio condotto dal Comune ha messo in evidenza la necessità di potenziare il servizio in alcune fasce orarie in cui trovare un taxi a Milano è molto più difficile. Nelle ore di punta in settimana si arriva a un 15 per cento di richieste senza risposta tra le 8 e le 10 di mattina, e si sale al 27 per cento tra le 19 e le 21. Nel weekend le fasce orarie più sofferenti sono quelle dalle 19 alle 21 (31 per cento delle chiamate invase) e da mezzanotte alle 5 del mattino (42 per cento di inevase). I tassisti replicano su questo punto che i dato sulle chiamate inevase è "falsato” da tanti fattori. "A cominciare da gente che chiama e alla quale cade da linea, chi chiama più operatori o semplicemente di chiamate che non possono essere evase in tempi e costi ragionevoli per il cliente", spiega Boccalini.

L'ultimo aumento delle licenze con il sindaco Albertini

Sono passati più di quindici anni dall'ultimo incremento delle licenze per i taxi a Milano, all'epoca della giunta del sindaco Gabriele Albertini. La decisione si scontrò con la reazione dei tassisti, che organizzarono proteste, scioperi e blocchi stradali. Nel maggio del 2016 lo sciopero selvaggio contro Uber ,scatenato da una circolare del Viminale, paralizzò la città per tre giorni.

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