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Covid 19

Milano, il funerale a distanza per Covid: “Guardo il carro funebre di papà dalla finestra”

Il Covid-19 ha cambiato la vita e anche la morte: i funerali sono sospesi, parenti e amici non possono dare l’ultimo saluto ai propri cari defunti. Alcuni chiedono ai necrofori di passare sotto casa con il carro funebre, altri di scattare una foto al feretro una volta arrivato al cimitero. “Questa malattia toglie la dignità a tutti ma bisogna mantenere un lato umano”, dice Gheri Merlonghi, proprietario di una ditta di onoranze funebri che Fanpage.it ha seguito durante una giornata di lavoro.
A cura di Salvatore Garzillo
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Andrea è affacciato alla finestra del primo piano, guarda giù verso il carro funebre grigio che sta trasportando la bara con suo padre. Pochi minuti, il tempo dell’ultimo saluto a distanza, un lusso in questi tempi. Siamo a Milano in zona Lambrate, quei pochi che girano attorno alla piazza neppure se ne accorgono, solo Andrea e i necrofori conoscono la verità di quel momento. Ci siamo abituati a parlare di "vita ai tempi del coronavirus", ma com’è la morte? Quando questa storia sarà finita, le macerie del Covid-19 ci costringeranno a ridimensionare tutto, a partire dalla fine.

A marzo decessi aumentati dell'80 per cento

“Questa malattia toglie la dignità a tutti, condanna all’isolamento, ti fa sparire lontano dagli occhi di chi ti ama e li costringe a restare lontani anche dopo”. A parlare a Fanpage.it è Gheri Merlonghi, proprietario della ditta di onoranze funebri “Centro del Funerale”, travolta da una richiesta senza pari di servizi. "Nel mese di marzo i decessi sono aumentati di quasi l’80 per cento – ci racconta seduto nel suo magazzino di Cusano Milanino, tra le bare pronte per uscire – Qui era pieno fino al soffitto, sono diminuiti con una velocità disarmante”.

Molti servizi funebri di queste settimane riguardano malati Covid-19, una condizione che ha costretto anche i necrofori della ditta ad aumentare le precauzioni per evitare qualunque possibilità di contagio. “Il problema non sono i morti, il virus muore con loro poco dopo – spiega Merlonghi – Il rischio sono i parenti che sono stati a contatto con loro. Per questo ho deciso di eliminare ogni incontro fisico e di gestire tutti i rapporti attraverso Internet. È un modo per tutelare i clienti e i miei uomini. In ogni caso si può trovare il modo di manifestare la propria solidarietà e partecipazione anche al telefono. Proprio ora che siamo costretti alla distanza bisogna fare di tutto per mantenere un lato umano”.

Il passaggio del feretro sotto casa

Merlonghi si riferisce alle richieste come quella di Andrea, che ha visto suo padre un paio di giorni prima del decesso e che ora, oltre al dolore, deve gestire la paura della quarantena. “Mi ha chiesto la cortesia di passare col carro sotto la sua finestra per salutare il papà prima che lo accompagnassimo al cimitero, dove lui non sarebbe venuto. Era lungo la strada, per noi non è un problema, ed è il minimo che si possa fare per alleviare la sofferenza di un familiare”. In altri casi i parenti chiedono ai necrofori di scattare una foto al feretro poco prima che venga sepolto o cremato, anche questa è una forma di vicinanza.

"Sale mortuarie piene, sacchi neri a terra"

“In anni di lavoro non ho mai visto così tante salme, in alcuni ospedali e case di cura c’erano sale mortuarie piene di sacchi neri a terra”, racconta Emiliano, il più esperto dei necrofori di Merlonghi. “Anche noi siamo in prima linea, certo in maniera diversa dai medici – continua Emiliano – Ogni giorno torniamo a casa con la paura di essere contagiati, ci misuriamo costantemente la febbre. Eppure c’è ancora gente che pensa sia tutto uno scherzo, che non si rende conto di cosa stiamo vivendo".

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