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Milano, il condominio che dice no ai canti dei bambini: dove sono i diritti dei piccoli?

L’asilo nido Locomotiva di Momo di Milano farà ricorso in Cassazione per evitare la chiusura imposta dal giudice, dopo la causa intentata dal condominio di via Anfossi 36, dove la scuola è ubicata. Il nido che ospita 100 bambini è stato accusato di provocare rumori fastidiosi a causa dei canti e dei balli dei bambini.
A cura di Chiara Ammendola
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Una causa che va avanti ormai da sei anni e che sembra aver preso un'unica direzione, quella che porterebbe alla chiusura dell'asilo nido Locomotiva di Momo, di via Anfossi 36 a Milano. Tutto è iniziato quando i condomini dello stabile dove è ubicata la scuola dell'infanzia hanno fatto causa ai gestori del nido, a causa del rumore provocato dai canti, dai balli e dalle urla dei bambini. In primo grado, nel 2015, il giudice ha dato loro ragione chiedendo quindi la chiusura della scuola (le mura sarebbero accatastate come ufficio, questa la motivazione principale). Gli avvocati hanno presentato appello sostenendo che asili nidi privati, studi commerciali e uffici rientrano nella stessa categoria urbanistica. Ma la Corte d'appello ha confermato la prima sentenza dando nuovamente ragione ai condomini perché "i rumori dei bambini sarebbero contrari al regolamento di condominio che vieta scuole di musica, canto e ballo". Per questo ora il nido sarà costretto ad abbandonare l'astioso condominio. Ma i titolari della Locomotiva non hanno intenzione di arrendersi e hanno deciso di ricorrere in Cassazione. La scuola ospita circa 100 bambini, tutti fino a un massimo di cinque anni d'età. "Abbiamo scelto questo luogo perché ha ampi spazi che si affacciano sul parco di largo Marinai d’Italia. Fondamentale avere il parco vicino perché la nostra didattica si basa sul rapporto tra i bambini e la natura – ha spiegato Cinzia D’Alessandro, titolare insieme alla sorella Giuliana – il polo è stato ristrutturato con un grosso investimento economico, è separato dal resto del condominio, è insonorizzato e ha un ingresso indipendente".

Quei diritti che non vengono rispettati

"Il mondo è dei bambini", "I bambini sono il nostro futuro", "Dovremmo imparare dai bambini". Eppure sono sempre più le occasioni in cui questi assunti si sgretolano tra i fatti di chi i bambini sembra volerli escludere dalla società: bambini che non possono entrare nei ristoranti, bambini silenti, bambini relegati in spazi per bambini. Da quando il loro vociare è diventato un problema? Da quando i canti dei bambini sono sinonimo di fastidio? Sembra che si stia delineando sempre più un mancato rispetto nei confronti dei più piccoli ai quali non viene permesso di crescere liberamente e dunque di essere educati nella società e non al suo esterno. E quello del nido di Milano è forse l'esempio più grande di mancata educazione sociale e civile nel rispetto di chi invece una scelta non ce l'ha. Proprio loro, i bambini. I più piccoli sembra che debbano essere educati lontano dai grandi, e che debbano crescere non interferendo con la vita degli adulti, vicini e lontani. Dovrebbe esserci un manuale di difesa che i bambini dovrebbero poter utilizzare per schivare attacchi come questo, che in realtà sono lo specchio di un'educazione sbagliata. Dovrebbero poter dire no ai grandi: quanto sarebbe divertente sapere cosa pensano i bambini di noi? Siamo sicuri che sarebbero così intransigenti e autoreferenziali?

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