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Milano, il 20 maggio 1920 il Comune acquistava il ‘Quarto stato’ di Pellizza Volpedo

Il 20 maggio 1920, un secolo fa, il Comune di Milano acquistava il ‘Quarto stato’, l’opera dipinta nel 1901 di Giuseppe Pellizza da Volpedo e conservato oggi al Museo del Novecento, per volontà del sindaco socialisto Emilio Caldara e dei cittadini che sottoscrissero una raccolta di denaro. “Dopo il periodo fascista un grande sindaco di Milano, Antonio Greppi, decise di esporlo in Sala Consiliare a Palazzo Marino”, ha ricordato Beppe Sala.
A cura di Simone Gorla
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Il 20 maggio 1920, un secolo fa, il Comune di Milano acquistava il ‘Quarto stato', l'opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo dipinta nel 1901 e conservata oggi al Museo del Novecento. In occasione del centenario, il sindaco Giuseppe Sala, in un video, ha ricordato la stagione di "riformismo municipale" in cui fu deciso di comprare l'opera simbolo della lotta di classe dei lavoratori nei primi anni del Novecento. Il dipinto, ha osservato il primo cittadino milanese, “rappresenta il popolo, la donna in primo piano con un bambino in braccio è sua moglie, ma soprattutto riconosce il grande valore del lavoro. Da questo punto di vista è molto milanese. Per noi il lavoro se non è tutto è moltissimo, è ciò che ha guidato la nostra storia".

Milano e il ‘Quarto stato' di Pellizza da Volpedo

La storia di come l'opera più nota di Pellizza da Volpedo sia arrivata al Comune di Milano era iniziata quasi trent'anni prima, nel 1891, quando il pittore cominciò a lavorare ai primi bozzetti di un'opera intitolata ‘Ambasciatori della fame' dopo aver assistito a una manifestazione di operai che protestavano in piazza. Nell'agosto 1895 Pellizza avviò lo studio in olio preliminare della sua grande opera, con la rappresentazione di un'umanità in marcia a rappresentare una ‘Fiumana' (questo il titolo della seconda versione). Nel 1898 dopo la brutale repressione con cui il generale Bava Beccaris aveva affogato nel sangue i moti di Milano, il pittore decise di riprendere per la terza volta il lavoro con il titolo ‘Il cammino dei lavoratori'. Infine nel 1901, quando il lavoro fu completato, decise di darle il titolo definitivo: ‘Il Quarto stato'.

La sottoscrizione pubblica per comprare l'opera

Passati quasi due decenni – quando il ‘Quarto stato' era ormai un'opera celebre e oggetto di infinite riproduzioni su stampe, giornali, riviste, poster e locandine politiche – il quadro fu esposto in una retrospettiva dedicata all'artista alla Galleria Pesaro di Milano. Fu in quell'occasione che il critico d'arte Guido Marangoni decise di promuovere, con il consigliere comunale Fausto Costa, una sottoscrizione pubblica per acquistare la tela. Grazie anche al sostegno del sindaco socialista Emilio Caldara, l'iniziativa popolare ebbe successo e portò all’acquisto dell’opera al prezzo di cinquantamila lire. Parteciparono in massa milanesi di varia provenienza, dai ricchi banchieri agli artigiani. Così il 20 maggio 1920 il ‘Quarto stato' diventava ufficialmente di proprietà del Comune di Milano.

Il ritorno a Palazzo Marino dopo il periodo fascista

Nel 1921 l'opera a far parte del patrimonio della Galleria d'Arte Moderna nel castello Sforzesco, nella sala della Balla, dove rimase fino agli anni trenta quando, in piena epoca fascista, venne chiusa in un deposito. Dopo la guerra, come ricordato da Sala, "un grande sindaco di Milano, Antonio Greppi, decise di esporlo in Sala Consiliare a Palazzo Marino, dove rimase fino al 1980, quando fu spostato nella Galleria d’arte moderna di Milano, in una sala interamente dedicata al divisionismo. Dal 2010 l'opera ha trovato la sua collocazione definitiva nel museo del Novecento.

Una curiosità: la data del 20 maggio è cara al mondo del lavoro anche per un altro importante anniversario. Cinquant'anni fa, il 20 maggio 1970, veniva approvato lo statuto dei lavoratori, una legge ancora oggi centrale nella normativa italiana.

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