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Milano, fecero il saluto romano per Ramelli: assolti 10 militanti di destra

Mercoledì mattina il gup di Milano Donatella Banci Buonamici ha prosciolto 10 militanti di destra accusati di apologia di fascismo: nell’aprile 2014 avevano fatto il saluto romano durante le celebrazioni in memoria di Sergio Ramelli. Tra gli imputati prosciolti “perché il fatto non sussiste” anche l’ex consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Roberta Capotosti, difesa da Ignazio La Russa.
A cura di Francesco Loiacono
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Prosciolti "perché il fatto non sussiste". Con questa formula il giudice per l'udienza preliminare di Milano Donatella Banci Buonamici ha prosciolto i 10 militanti di destra accusati di apologia di fascismo per una vicenda del 2014. I dieci erano accusati di aver violato la legge Scelba del 1952, perché nell'aprile del 2014, durante la cerimonia in ricordo di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani, avevano ripetutamente fatto il saluto romano. Tra gli imputati c'erano anche l'ex consigliere provinciale di Fratelli d'Italia Roberta Capotosti, che è stata difesa dall'ex ministro Ignazio La Russa, e il cantante Federico Goglio, in arte Skoll. Il pubblico ministero Piero Basilone aveva chiesto una condanna a 3 mesi di carcere e una sanzione di 206 euro per Marco Clemente e Matteo Ardolino, che avevano scelto di essere processati con rito abbreviato, mentre per gli altri otto imputati aveva chiesto il rinvio a giudizio.

Saluti romani, il gup: "Il fatto non sussiste"

Mercoledì la decisione del gup che ha prosciolto tutti, accogliendo le richieste dei difensori. Per episodi simili, ma relativi al 2013, il gup Elisabetta Meyer ha invece rinviato a giudizio 16 persone: tra di loro figurano anche alcuni dei militanti prosciolti mercoledì mattina. Per gli imputati per i saluti romani fatti nel 2013 il processo si è aperto lo scorso 26 maggio. Diversi i commenti sulla decisione del tribunale. Ignazio La Russa di decisione che "aiuta a rimarginare una ferita aperta da 40 anni, dall'uccisione di Ramelli. Il gup ha accolto le nostre argomentazioni perché siamo convinti che non è stato commesso alcun reato e non c'era la volontà di fare propaganda. Ora la figura di Ramelli deve essere riconsegnata alla comunità nazionale e non solo a una parte del Paese e deve essere impedito che diventi simbolo di estremismo". Di natura opposta la reazione del legale dell'Anpi, Federico Sinicato: "Gesti e simboli avevano una chiara connotazione fascista".

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