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Milano, fa picchiare un uomo dalla ‘ndrangheta per riscuotere un credito: arrestata imprenditrice

Un’imprenditrice con studio a Legnano, nel Milanese, è stata arrestata dalla Dia del capoluogo lombardo con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Si sarebbe rivolta alla ‘ndrangheta per far picchiare un imprenditore da cui vantava un credito di 60mila euro. Arrestate altre quattro persone: tre sarebbero gli autori materiali del pestaggio.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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Una donna, di professione imprenditrice, è stata arrestata dalla Dia di Milano con l'accusa di aver fatto pestare un uomo da persone vicine alla ‘ndrangheta al fine di riscuotere un credito. L'arresto è avvenuto stamattina nell'ambito delle inchieste "Linfa" e "Kerina 2", che nei mesi scorsi avevano già portato all'arresto di 17 persone con l'accusa di associazione finalizzata al traffico e alla detenzione di sostanze stupefacenti. Cinque in totale le persone a cui è stata notificata l'ordinanza di custodia cautelare: tre uomini (due già in carcere), erano già stati condannati in primo grado per quanto riguarda il traffico di droga e sono ritenuti gli autori materiali del violento pestaggio, avvenuto lo scorso 27 gennaio nello studio dell'imprenditrice, a Legnano nel Milanese. La donna, P.G., non riusciva a riscuotere 60mila euro da un imprenditore che aveva assistito in un'operazione finanziaria. Lei e il suo collaboratore, E.V. (finito ai domiciliari), hanno deciso così di rivolgersi ai tre esponenti della malavita organizzata calabrese. Significativa una telefonata, intercettata dagli inquirenti, durante la quale l'imprenditrice arrestata aveva detto: "Se entro stasera non riesco ad avere una cosa precisa, scateno la belva". I cinque arrestati devono tutti rispondere di estorsione aggravata dal metodo mafioso. L'operazione odierna è stata coordinata dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Milano Alessandra Dolci e dal pubblico ministero Alessandra Cerreti, che in riferimento alla vicenda ha parlato di un "inquietante rovesciamento di ruoli" tra imprenditori e persone vicine alla ‘ndrangheta.

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