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Milano, è nato e sta bene il piccolo operato in utero alla spina bifida al San Raffaele

È nato dieci giorni fa al San Raffaele di Milano il bombo operato in utero alla spina bifida lo scorso ottobre quando la madre era alla 22esima settimana di gravidanza. Il neonato sta bene e può muovere normalmente le gambe: intervento riuscito dunque quello che è valso all’ospedale il primato in Europa.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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Sta bene il bambino nato all'ospedale San Raffaele di Milano dopo essere stato sottoposto a un'operazione quando era ancora nell'utero della mamma: al piccolo infatti era stata riscontrata una malformazione alla spina bifida che lo ha costretto a un intervento alla 22esima settimana di gravidanza della mamma. L'intervento, effettuato lo scorso ottobre, era stato il primo di questo tipo in tutta Europa, effettuato con una tecnica di micro-chirurgia all'avanguardia. Il piccolo è venuto alla luce circa 10 giorni fa con un parto cesareo, alla 35esima settimana e come ha mostrato a tutti i medici presenti al momento della nascita può muovere normalmente le gambe: "Il neonato muove correttamente gli arti inferiori e non avrà quindi bisogno di ulteriori interventi di correzione chirurgica nella sede della pre-esistente spina bifida", ha spiegato con soddisfazione l'equipe medica coordinata dal professor Massimo Candiani, primario di Ginecologia e Ostetricia, e dal professor Pietro Mortini, primario di Neurochirurgia.

I bimbi operati in utero hanno una prognosi migliore rispetto a quelli operati da neonati

Al piccolo era stata diagnosticata la malformazione intorno alla 19esima settimana di gravidanza della madre e l'intervento è stato compiuto in tempi brevissimi, considerato che è stata utilizzata una tecnica unica sperimentata in precedenza solo in Brasile. Come sottolineato dal professor Candiani questo tipo di operazione è importante poiché offre alle donne che sono in gravidanza una nuova speranza quando viene diagnosticata ai feti questo tipo di malformazione. Anche perché stando alle ultime evidenze scientifiche questo tipo di tecnica, che prevede l'entrata nel sacco amniotico con una piccola incisione dell'utero, dona ai bambini con spina bifida operati in utero una prognosi migliore dopo la nascita e maggiori possibilità di recupero rispetto a quelli operati quando sono già nati.

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