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Milano è la città dove si guadagna di più ma è anche quella dove ci sono le maggiori disuguaglianze

La città d’Italia in cui si guadagna di più è Milano: a rivelarlo è l’Osservatorio JobPricing che ha sottolineato come nel capoluogo lombardo gli stipendi siano i più alti insieme con quelli di Monza e Brianza e Bolzano. Un podio che però nasconde anche grosse disuguaglianze tra i vecchi e i nuovi lavoratori.
A cura di Chiara Ammendola
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Secondo i dati pubblicati dall'Osservatorio JobPricing, società specializzata proprio sul mercato delle retribuzioni, Milano è la città dove si guadagna meglio in Italia: nello specifico la retribuzione annua lorda media dei milanesi è di 34mila euro, circa 1900 euro netti al mese dunque. Dietro il capoluogo lombardo la vicina provincia di Monza e Brianza, mentre sul terzo gradino del podio si posiziona la città di Bolzano. Se si guarda il fondo della classifica invece, su 107 città, sono Messina e Crotone a occupare le ultime due posizioni. Anche a livello regionale viene premiata la Lombardia dove la Ral è di 31.692 euro, seguita dal Trentino e dall'Emilia Romagna, che si aggirano entrambe sui 30.500 euro. Mentre gli stipendi più bassi a livello regionale si registrano in Calabria, dove la Ral è inferiore del 20 per cento rispetto a quella lombarda: in generale al Sud la Ral media è di circa 26mila euro, circa 5mila in meno rispetto alla media del Nord.

I nuovi lavoratori guadagnano molto meno

Dati che vanno però analizzati in maniera approfondita, come suggerito da Antonio Verona, responsabile del dipartimento mercato del lavoro della Cgil Milano che sottolinea come la media degli stipendi sia "falsata" da quelli dei lavoratori cosiddetti anziani: si tratta di coloro i quali hanno buste paga derivanti da contratti diversi, stipulati anni fa, con stipendi molto più alti, stipendi che sarebbe impossibile ritrovare nei contratti attuali. "Le ultime norme hanno fatto sì che le imprese abbiano un ampio ventaglio di soluzioni per assumere, soluzioni assai più vantaggiose rispetto al passato, grazie a tempi determinati, collaborazioni, somministrazioni e part time involontari", ha spiegato Verona. In realtà dunque i giovani che si immettono oggi nel mercato del lavoro percepiscono una retribuzione assai inferiore rispetto a chi invece è vicino alla pensione: si tratta di una differenza sostanziale che rende molto bassi gli stipendi dei nuovi lavoratori e in particolare più insicuri. Sono sempre più infatti i nuovi lavoratori che sono costretti a fare più lavori (spesso due o tre) per arrivare alla fine del mese.

Milano città delle disuguaglianze

Milano è una delle città che sta uscendo dunque dalla crisi con maggiori risultati positivi, ma anche una, forse la principale, città in cui c'è maggiore disparità. E in cui maggiore è la disuguaglianza tra le nuove e le vecchie categorie di lavoratori. Il tutto in una città dal costo della vita elevatissimo in cui sono sempre di più le famiglie in sofferenza che però crescono all'ombra di un benessere settoriale e circoscritto a determinate categorie.

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