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Milano, droga al parco delle Groane: arrestati dieci spacciatori armati di machete e mazze da baseball

Dieci persone sono state arrestate con le accuse di detenzione di droga ai fini di spaccio di stupefacenti, aggravata dall’uso delle armi, dai carabinieri di Milano. Si tratta di una vasta operazione coordinata dalla procura di Monza volta a smantellare lo spaccio all’interno dell’area boschiva del parco delle Groane.
A cura di Chiara Ammendola
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Uno dei "pali" armato di mazza da baseball
Uno dei "pali" armato di mazza da baseball

Un giro di spaccio di eroina, hashish e cocaina nei boschi del parco delle Groane, a Milano, gestito da un gruppo di pusher che armati di machete e mazze da baseball presidiavano la zona che si estende a partire proprio dalla fermata della stazione denominata "Cesano Maderno – Groane" e raggiunge l'area della città di Monza per chilometri. Una piazza di spaccio decimata questa mattina grazie all'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore di Monza Carlo Cinque, che ha portato all'emissione di 10 misure cautelari, firmate dal giudice per le indagini preliminari Federica Centonze, nei confronti di 3 cittadini marocchini, 6 italiani e un moldavo.

Di questi tre sono stati portati in carcere, uno è stato posto agli arresti domiciliari mentre per i restanti sei è stato stabilito il divieto di dimora in Lombardia. Le accuse per loro sono di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, aggravata dall’uso delle armi. Le lunghe indagini sono iniziate nel mese di ottobre 2018 e sono state condotte dalla Tenenza di Cesano Maderno: i filmati e i pedinamenti hanno permesso di ricostruire le dinamiche e la complessa struttura dello spaccio all'interno del parco.

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A documentare il tutto le telecamere dei carabinieri che hanno ripreso per settimane il viavai all'interno dei boschi nei pressi della stazione ferroviaria Cesano Maderno-Groane e Ceriano Laghetto, dove giungevano in decine tutti i giorni per acquistare la droga. A gestire la piazza il gruppo di spacciatori nordafricani che delegavano il lavoro ad alcuni fattorini, perlopiù italiani e tossicodipendenti che consegnavano le dosi agli acquirenti. A presidiare e garantire che tutto si svolgesse nel migliore dei modi c'erano i pali che giravano armati di mazze da baseball e machete.

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