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Milano, dopo oltre 30 anni iniziata la rimozione dei barconi abusivi sul Naviglio Pavese

Dopo oltre 30 anni e una lunga vicenda giudiziaria, sono partiti a Milano i lavori per rimuovere i barconi-ristorante abusivi dal Naviglio Pavese. Le tre strutture galleggianti, giudicate illegittime da una sentenza inappellabile del Consiglio di Stato dello scorso febbraio, saranno smontate pezzo per pezzo con l’ausilio di una gru.
A cura di Francesco Loiacono
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(LaPresse)
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Sono partiti i lavori per rimuovere i barconi-ristorante abusivi dal Naviglio Pavese di Milano. Le strutture galleggianti, giudicate illegittime da una sentenza inappellabile del Consiglio di Stato del febbraio dello scorso anno, saranno smontate pezzo per pezzo con l'ausilio di una gru. I lavori si preannunciano piuttosto lunghi: l'area oggetto dei lavori, all'inizio di via Ascanio Sforza, è stata chiusa per consentire le operazioni di smontaggio della prima delle tre strutture galleggianti, il "Barcone cafè". Successivamente toccherà a quelle ormeggiate di fronte al "Cristal Pub" di via Ascanio Sforza 11 e al "Bench" di via Ascanio Sforza 17. Lo smontaggio richiederà tempi lunghi e cautele, per via dell'incognita legata alla resistenza dei barconi al sollevamento per mezzo della gru.

I primi barconi sono comparsi sul Naviglio Pavese nel 1985

Il tempo non sembra comunque poter rappresentare un problema: ne è trascorso infatti già molto in questa vicenda, che coinvolge delle strutture che sono diventate loro malgrado un simbolo del Naviglio Pavese, il meno rinomato dei due che confluiscono direttamente nella Darsena. I primi barconi, su ci si poteva gustare un aperitivo o trascorrere la serata, sono infatti comparsi sul Naviglio nel 1985, oltre 30 anni fa. Dopo circa 10 anni la Regione Lombardia, che all'epoca gestiva i Navigli, iniziò una lunga battaglia legale con i gestori delle strutture, a cui si contestava l'occupazione senza titolo di un bene demaniale quale lo specchio d'acqua dei Navigli. Dopo diverse sentenze e ricorsi, lo scorso febbraio il Consiglio di Stato mise un punto sulla vicenda: "Lo spazio acqueo occupato dal barcone costituisce un bene demaniale economicamente contendibile, il quale può essere dato in concessione ai privati, a scopi imprenditoriali, solo all’esito di una procedura comparativa a evidenza pubblica", affermarono i giudici di Palazzo Spada, ordinando la rimozione delle chiatte entro quattro mesi. Di mesi ne sono passati di più: adesso però per i barconi del Naviglio Pavese sembra davvero essere arrivata la parola "fine".

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