Milano, dopo 34 anni chiude “Le Scimmie”, tempio della musica dal vivo
Il suo palco è stato calcato da artisti internazionali del calibro di Pat Metheny e Laurie Anderson. Ma alle Scimmie, storico locale per la musica dal vivo a Milano, si sono affacciati tanti musicisti che hanno fatto fortuna: Elio e le Storie Tese, Eugenio Finardi, Le Vibrazioni, i Bluvertigo, Malika Ayane, Irene Grandi, per non parlare delle centinaia di artisti "minori", in attesa di fare il salto verso la fama. Ora però, dopo 34 anni di storia, il celebre locale sul Naviglio Pavese ha chiuso. Il suo fondatore e direttore artistico, Sergio Israel, spiega al Corriere: "I costi ormai sono insostenibili, ci arrendiamo". La resa, però, potrebbe riguardare solo la chiusura della sede in via Ascanio Sforza, con il suo ambiente intimo, i vinili attaccati alle pareti e l'atmosfera da club newyorchese. Nei piani futuri di Israel, infatti, potrebbe esserci un trasloco: "Stiamo valutando l’ipotesi di spostarci all’Isola o in piazza Gae Aulenti, dove nonostante i costi d’affitto elevati l’affluenza giustifica gli sforzi".
Critiche a Pisapia e alla sua giunta
Difficile, allora, valutare se la chiusura del locale che negli anni '80 ha scelto una massima di Nietzsche come nome – "Una volta eravate scimmie, anche adesso l’uomo è più scimmia di tutte le scimmie" – sia una mossa di marketing o un "sonoro" – mai termine fu più appropriato – atto di protesta contro gli amministratori cittadini. Israel d'altronde non risparmia critiche all'attuale giunta Pisapia: "Nonostante le illusioni seminate davanti a 10mila milanesi il giorno dell’elezione, il sindaco Pisapia e la sua giunta non hanno mantenute le promesse di ricostruire e salvare i palchi dove si faceva musica dal vivo". Nel mirino del direttore artistico anche alcuni progetti di riqualificazione della zona, come la nuova piazza XXIV maggio, le licenze che impongono di trasformarsi in locale di pubblico spettacolo e il costo dell'affitto, raddoppiato. Certo, nella nuova piazza Gae Aulenti, i locali non te li tirano dietro. Ma la previsione del "padre" del progetto di Porta Nuova, Manfredi Catella, è allettante: si stima che da piazza Aulenti, cuore del nuovo quartiere milanese, transiteranno ogni anno otto milioni di persone. Qualcuno interessato alla musica dal vivo, tra di loro, ci sarà.