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Covid 19

Milano, dal 4 maggio riaprono i parchi: ecco cosa si potrà fare e cosa sarà vietato

La fase 2 per Milano e la Lombardia è alle porte. E, come da nuovo decreto governativo, dal 4 maggio saranno riaperti anche i parchi cittadini ai quali si potrà accedere a scaglioni per non creare assembranti e dare modo quindi al virus, eventualmente presente negli organismi di alcuni individui, di contagiarne di altri. Ecco cosa si potrà fare e cosa sarà vietato all’interno delle aree verdi cittadine.
A cura di Filippo M. Capra
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La fase 2 per Milano e la Lombardia è alle porte. E, come da nuovo decreto governativo, dal 4 maggio saranno riaperti anche i parchi cittadini ai quali si potrà accedere a scaglioni per non creare assembranti e dare modo quindi al virus, eventualmente presente negli organismi di alcuni individui, di contagiarne di altri.

Ecco cosa si potrà e cosa non si potrà fare nei parchi

Per permettere ai milanesi di evitare il più possibile l'infezione da Covid, il Comune ha diramato una grafica semplice e diretta con la lista delle attività che si potranno svolgere all'interno delle aree verdi riaperte e di quelle che invece non potranno verificarsi, pena una sanzione. Dal 4 maggio, quindi, tutti coloro che entreranno in uno dei parchi della città, potranno camminare a una distanza minima di un metro dall'altro e correre ad almeno due metri di distanza dal runner più vicino. Inoltre, per coloro che non intendono recarsi al parco per fare attività sportiva ma solo per prendere un po' di aria fresca, sarà concesso sedersi sulle panchine a patto che la distanza di sicurezza venga rispettata. Tra le attività che non saranno ancora concesse, c'è quella di creare assembramenti, utilizzare le aree giochi dedicate ai più piccoli, che resteranno off limits, e il divieto di utilizzo anche delle aree e degli attrezzi sportivi solitamente presenti. Infine, cosa più importante, non si potranno per nessuna ragione svolgere attività ludico-ricreative e organizzare feste, picnic e grigliate. La prima frazione della fase 2 sarà la più delicata poiché i cittadini dovranno iniziare a convivere con il virus senza esporsi troppo al rischio contagio. Un'eventuale seconda ondata costringerebbe Comune, Regione e Governo a stringere nuovamente le misure per evitarne l'ulteriore diffusione. Fondamentale, quindi, ancora una volta, la responsabilità della popolazione.

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