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Milano, crollano le auto in circolazione: 200mila in meno in vent’anni

Crisi economica, boom del car sharing e introduzione di Area C tra i fattori che hanno inciso su questa piccola “rivoluzione”. Per Di Simine, di Legambiente: “Milano è una città dove si può vivere anche senza auto”. E punta il dito contro i parcheggi illegali sui marciapiedi, ancora tollerati dall’amministrazione.
A cura di Francesco Loiacono
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Milano non è una città per le auto. O almeno, la Milano di oggi lo è sempre meno rispetto al passato. Lo dicono i dati degli uffici della motorizzazione, che hanno registrato negli ultimi vent'anni un crollo nel numero di automobili in circolazione: dalle 922mila nel 1990 alle 700mila circa di inizio 2014. Un crollo vertiginoso, che diventa ancora più evidente se si considerano i numeri delle immatricolazioni. Nel 2004 si vendevano 158mila auto, nel 2013 solo 36mila circa. C'entra la crisi economica, certo, che ha investito pesantemente proprio il settore delle quattro ruote. Ma su una tendenza così drastica incidono anche altri fattori: i provvedimenti contro il traffico, ad esempio, dal vecchio Ecopass alla più recente introduzione di Area C. Ma anche il potenziamento del trasporto pubblico e la grande onda della sharing economy, che ha investito Milano prima con le biciclette e poi con le auto: oltre 1500 le vetture disponibili in città con i 5 operatori che al momento offrono il servizio di car sharing. E non basta: presto a bici e auto si dovrebbero aggiungere anche gli scooter, come annunciato dall'assessore alla Mobilità e ai trasporti Pierfrancesco Maran.

"Milano è una città dove si può vivere anche senza auto", spiega Damiano Di Simine di Legambiente, che oltre a sottolineare i risparmi medi di una famiglia che rinuncia all'auto – "oltre 5mila euro all'anno" – punta il dito su quello che secondo lui ci sarebbe ancora da fare: "Adesso è il momento di concentrarsi sulle sanzioni. Ovvero intervenire sulla sosta: Milano ancora tollera l’illegalità di molti parcheggi, a esempio sui marciapiedi". Parole che forse non piaceranno a quei milanesi che possiedono una vettura di proprietà, anche se magari non la utilizzano per gli spostamenti in città ma solo per quelli extraurbani, ancora troppo limitanti per chi non ha un mezzo proprio. E puntare il dito contro le abitudini dei milanesi sembra non del tutto giustificato, visto che, al di là di tutto,  sono proprio loro, con le loro scelte, i veri artefici di una piccola rivoluzione dei trasporti a Milano.

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