Milano, cittadini contro il parcheggio in via Borgogna e l’Arena Certosa

Il pensiero va subito alla famosa sindrome Nimby, (dall'inglese "Not in my back yard", non nel mio cortile). Alcuni comitati di cittadini e commercianti milanesi secondo quanto riporta il Corriere della sera hanno scritto al Comune, al prefetto e alla Corte dei Conti per protestare contro due grandi interventi urbanistici che riguarderanno due diverse aree della città. Il primo è il maxi-parcheggio interrato di via Borgogna, un progetto che risale alla giunta Albertini ma che adesso, dopo anni di stallo, verrà portato avanti sotto l'amministrazione Pisapia: secondo una comunicazione ufficiale di Palazzo Marino i lavori sono iniziati lo scorso 15 febbraio. Il cantiere per realizzare i quattro piani sotterranei del parcheggio, che sorgerà vicino alla fermata della nuova metro 4 a San Babila (largo Toscanini) dovrebbero durare 27 mesi.
I Comitati lamentano di non essere stati consultati
Il secondo progetto osteggiato dai residenti è quello dell'Arena Certosa: si tratta di un'area da 68mila metri quadri che sorge vicino all'omonimo viale e che è stata presa in gestione per sei anni dalla società di Vittorio Quattrone, noto promoter milanese. Quattrone la vorrebbe usare per farne un polo del divertimento e dei concerti, organizzando qui l'edizione 2017 del City Sound, festival che ha raccolto l'eredità del Milano Jazzin' festival. In quest'ultimo caso i comitati cittadini della zona 8 lamentano il fatto di non essere stati interpellati dal manager, al contrario di alcune dichiarazioni da lui rilasciate quando la notizia della realizzazione dell'Arena Certosa è stata divulgata.
Nel caso del parcheggio sarebbe a rischio la copertura finanziaria
Nel caso del maxi parcheggio di via Borgogna, invece, i residenti e i commercianti della zona hanno esposto i loro dubbi anche al prefetto Marangoni e alla magistratura contabile. Secondo loro difatti la copertura economica dell'infrastruttura sarebbe a rischio, inficiata anche dal fatto di essere stata concepita 15 anni fa, quando la situazione della mobilità e dei parcheggi cittadini era diversa – per dirne una, si progettava un maxi-parcheggio sotterraneo anche al posto della Darsena.
In entrambi i casi, comunque, quello che potrebbe non cambiare è l'esito di questo confronto-scontro tra chi deve eseguire i lavori e i comitati che vi si oppongono: si rischia una situazione di stallo dalla quale sicuramente ne verrebbe fuori malconcia tutta Milano. Ascolto, condivisione con i cittadini e la loro partecipazione delle decisioni dovevano essere la stella polare dell'amministrazione Pisapia, e in alcuni casi – si veda la variante per i cantieri della metro 4 in zona Argonne – è stato effettivamente così. In questo caso invece questo principio sembra non essere stato applicato, con tutte le conseguenze negative che questa mancata scelta a monte potrebbe comportare.