Milano, chiusi con lucchetti i giardini di piazzale Baiamonti: “Piante destinate a morire”
Solo lo scorso venerdì, in occasione della manifestazione milanese dei Fridays for future, al centro dei "giardini comunitari" di piazzale Baiamonti era stato piantato, simbolicamente, un acero. Pochi giorni dopo, però, il 30 settembre, il comitato di residenti che da anni lotta contro la costruzione della piramide "gemella" della Fondazione Feltrinelli a Porta Volta, ha trovato ad attenderlo una brutta sorpresa: "sedicenti addetti della Tamoil" (il distributore di carburanti che per decenni ha occupato il terreno di proprietà comunale) hanno recintato tutta l'area, chiudendola con catene e lucchetti. "Il lavoro, l’entusiasmo e la creatività dei cittadini e di chi durante la manifestazione ha piantato un acero chiusi fra le sbarre – hanno commentato dal comitato "Baiamonti verde comune" -. Questa sembra essere la risposta alla grande manifestazione per il clima del 27 settembre. Tutte le piante all’interno del nuovo giardino destinate a morire senza acqua, per una decisione presa non si capisce da chi".
I cittadini chiedono chiarimenti al Municipio 1
Per ironia della sorte proprio lo stesso giorno, il 30 settembre, il comitato aveva scritto una lettera all'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran per chiedere un incontro e poter discutere del futuro dell'area. Il Comune, dopo aver ricevuto il via libera della Sorpintendenza, è intenzionato a lanciare un nuovo bando (sarebbe il quarto, gli altri sono andati deserti) per assegnare il terreno a una ditta (o a un raggruppamento di imprese) che vi dovranno costruire la piramide gemella di quella realizzata di fronte dallo studio di architettura Herzog & De Meuron. Alcuni residenti della zona però si oppongono a questo destino: da un paio di anni hanno creato un giardino "condiviso", curandone gli spazi, e ultimamente hanno raccolto oltre mille firme per opporsi a quella che ritengono un'inutile cementificazione della zona. Dopo aver trovato i giardini recintati hanno scritto una lettera all'assessore al Verde e demanio del Municipio 1, Elena Eva Maria Grandi, per chiedere chiarimenti: "Come Lei ben sa, è da due anni che ci opponiamo in maniera pacifica e costruttiva all’esecuzione di un progetto che riteniamo inutile, fuori dal contesto in cui era stato immaginato e, oggi, anche dannoso per il benessere della città – si legge nel testo della missiva -. Abbiamo partecipato con Lei e con le centinaia di migliaia di ragazzi alla grande manifestazione per il clima del 27 settembre, a favore di un mondo più verde e meno grigio. Nella cosiddetta area ex-Tamoil abbiamo interrato decine di piante a sostegno della nostra lotta, portate da cittadini che volevano così testimoniare il loro amore per una città più verde con un’aria più respirabile. I ragazzi di Fridays For Future hanno addirittura piantato un acero di tre metri. Chiediamo pertanto a Lei, portavoce dei Verdi e Assessore al Verde del Municipio 1, di far rimuovere nel più breve tempo possibile i lucchetti all’area, in modo tale da permettere alle piante là disposte di essere innaffiate e di poter continuare a vivere".