Milano, bambino di un anno e mezzo positivo alla cocaina: sarà sottratto alla madre
È stato notato da alcuni passanti mentre si trovava tra le braccia della madre, visibilmente ubriaca. Dopo la chiamata al 112, i carabinieri sono intervenuti e l'hanno salvato. Adesso un bambino di un anno e mezzo si trova ricoverato nel reparto di Pediatria dell'ospedale di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Nel suo sangue i medici gli hanno trovato tracce di cocaina e alcol, probabilmente assunti attraverso il latte materno: il bimbo non è comunque in pericolo di vita. La madre del piccolo è una ragazza di 25 anni, di origini sudamericane: quando i carabinieri l'hanno fermata, a Vimodrone, era sotto l'effetto di alcol e varie sostanze stupefacenti, come emerso dai successivi controlli in ospedale. Dalla struttura sanitaria la 25enne ha poi provato a fuggire, abbandonando il figlio e cercando riparo in un appartamento in via Padova, ma i carabinieri l'hanno successivamente rintracciata. Adesso sulla triste vicenda famigliare, accaduta negli scorsi giorni e frutto probabilmente di emarginazione e disagio sociale, è intervenuto il tribunale per i minorenni di Milano, chiamato a decidere sul futuro del bambino. Il piccolo per il momento è stato temporaneamente affidato proprio all'ospedale che lo ha in cura. In futuro molto probabilmente verrà collocato in una struttura protetta. La madre, invece, è stata denunciata per violazione degli obblighi di assistenza famigliare.
Bambini intossicati dalla droga: i precedenti
L'episodio finito al centro delle cronache oggi ricorda casi simili, concentrati nella fine dello scorso anno tra Milano e l'hinterland. In quel periodo furono diversi i bambini finiti in ospedale con i sintomi di intossicazione da droghe, nella maggior parte droghe "leggere" come la marijuana, tanto da spingere il procuratore capo del tribunale per i minorenni di Milano, Ciro Cascone, a lanciare un allarme: "Le droghe definite ‘leggere', e non si sa fino a che punto lo siano, appaiono ormai sdoganate in molti ambienti, anche se per legge non sono legali. E questo si traduce di fatto, purtroppo, in una maggiore esposizione dei bambini a sostanze che possono avere effetti anche gravi o gravissimi sulla salute".