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Milano, bambina di 9 mesi morta per denutrizione: arrestati i genitori, condannati a 15 anni

Sono stati condannati a 15 anni in via definitiva i genitori della piccola Aurora la bambina di 9 mesi morta per denutrizione a Milano nel febbraio del 2015. I due, che nel frattempo si sono separati, avevano tentato di far perdere le proprie tracce nascondendosi in altri appartamenti ma gli agenti li hanno tenuti d’occhio fino all’arresto giunto nel pomeriggio di giovedì 19 marzo.
A cura di Chiara Ammendola
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Sono stati condannati in via definitiva a 15 anni e arrestati dalla polizia i genitori della piccola Aurora, la bambina di 9 mesi morta nella notte tra il 26 e il 27 febbraio del 2015 a Milano. Marco Falchi e Olivia Beatrice Grazioli, rispettivamente di 46 e 42 anni, sono stati condannati per maltrattamenti in famiglia dalla Corte d'Appello di Milano che li ha riconosciuti colpevoli della morte della loro figlia sopraggiunta secondo quanto emerso dall'autopsia al tempo per denutrizione: entrambi che intanto si sono separati si erano sottratti all'arresto approfittando dall'emergenza coronavirus e trasferendosi altrove ma gli agenti di polizia li hanno tenuti sotto controllo monitorando i loro spostamenti nelle ultime settimane. Ieri li hanno raggiunti negli appartamenti in zona San Siro e Lorenteggio dove si erano nascosti: i poliziotti si sono finti addetti alle poste e così li hanno raggiunti per poi arrestarli, prima di portarli in carcere.

Il ritrovamento del corpo senza vita di Aurora la mattina del 27 febbraio 2015

La condanna definitiva giunge dopo un lungo iter giudiziario: il corpo senza vita della piccola Aurora fu scoperto la mattina del 27 febbraio nell'appartamento al civico 13 di via Severoli, nel popolare quartiere Primaticcio, dove marito e moglie vivevano con la piccola. Il decesso chiarì subito l'autopsia era sopraggiunto a causa della denutrizione e della disidratazione. Quando polizia e personale medico entrarono in casa Aurora aveva il corpo ricoperto di piaghe, il capo deformato per essere stata lasciata immobile nella stessa posizione e i piedi distorti. Un contesto di grave disagio e di degrado in cui i genitori secondo l'accusa – e i giudici – avevano abbandonato la figlia appena nata, senza occuparsene fino alla morte: la casa era infestata da insetti e scarafaggi, che arrivavano fino al frigorifero.

La piccola Aurora era confinata in un lettino, sempre nella stessa posizione e nell'appartamento al momento del ritrovamento del suo cadavere c'era un forte odore di escrementi e non c'era niente – né un seggiolone né un fasciatoio – che facesse pensare che lì dentro viveva una bimba di nove mesi. Uno stato di degrado, descritto in aula dal personale arrivato a prestare soccorso, che però non sarebbe stato dettato da una situazione di assoluta indigenza. Nel corso del processo infatti il pm aveva riferito alcune circostanze: come il bonifico da novemila euro effettuato dai genitori della piccola all'indomani della sua morte per acquistare un'automobile.

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