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Milano, al via le visite dei parenti al Pio Albergo Trivulzio, Pregliasco: “Ottimismo e prudenza”

Riprendono le visite dei parenti al Pio Albergo Trivulzio di Milano dopo più di tre mesi. Ad annunciarlo è il virologo e supervisore della struttura Fabrizio Pregliasco che ha illustrato anche quali saranno le modalità delle visite che si svolgeranno con prudenza ma ottimismo sperando di poter aprire maggiormente agli incontri nelle prossime settimane.
A cura di Chiara Ammendola
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Pio Albergo Trivulzio
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Riprendono "con prudenza" la visite dei parenti degli ospiti del Pio Albergo Trivulzio di Milano così come annunciato dal virologo Fabrizio Pregliasco, supervisore della struttura. Da questa mattina i famigliari potranno rivedere i propri cari dopo tre mesi di blocco: "I primi 10 familiari, due per ognuna delle cinque strutture milanesi che fanno capo al Trivulzio, potranno accedere alla struttura, nella speranza di una riapertura anche maggiore agli incontri che dipenderà, comunque, dall'andamento epidemiologico", ha spiegato Pregliasco.

La modalità delle visite

Le visite che sono iniziate questa mattina lunedì 22 giugno e proseguiranno così per prossimi dieci giorni "di sperimentazione", "dureranno un'ora, si svolgeranno all'aperto, a distanza di due metri, con dispositivi di protezione e anche gli ospiti saranno bardati". Sia i parenti che gli anziani dopo gli incontri "verranno monitorati e prima delle visite ci sarà un triage". È ottimista il virologo Pregliasco che spiega che se tutto procederà bene "per ogni degente ci potrà essere una visita dei familiari ogni 15 giorni".

La gioia del primo visitatore

Il primo parente in visita si chiama Antonio Oriolano che ha potuto fare visita alla mamma, ospite del Pat di Milano condividendo l'emozione nel rivederla dopo tempo: "Una sensazione bellissima ritornare, non vedevo la mia mamma da 4 mesi: sta benissimo, non credevo", ha spiegato l'uomo che ha raccontato i primi momenti emozionanti dell'incontro e anche le parole pronunciata dalla mamma: "Finalmente così ti riconosco – ha detto al figlio – quando ho abbassato un momento la mascherina e si è messa a piangere". Un abbraccio virtuale il loro visto che si sono salutati col gomito così come abbiamo imparato a fare tutti nella nostra "nuova normalità".

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