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Milano, Airbnb pagherà la tassa di soggiorno: accordo col Comune

La piattaforma Airbnb, che consente ai privati di affittare case o camere, si è impegnata a pagare la tassa di soggiorno al Comune di Milano. Nell’accordo rientrano anche l’impegno a maggior trasparenza sugli utenti e l’avvio di corsi per avvicinare gli anziani alle opportunità offerte dall’online. Critici gli albergatori tradizionali.
A cura di Francesco Loiacono
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L'assessore del Comune di Milano Cristina Tajani e il country manager di Airbnb Italia, Matteo Stifanelli
L'assessore del Comune di Milano Cristina Tajani e il country manager di Airbnb Italia, Matteo Stifanelli

Un tassello in più sul fronte della regolarizzazione della sharing economy. È quello che la piattaforma Airbnb e il Comune di Milano si apprestano a siglare, dopo una settimana di eventi dedicati al fenomeno dell'economia della condivisione che sono stati ospitati nella manifestazione "Collaborative week". Proprio qui si sono incontrati l'assessore alle Politiche del lavoro e all'innovazione Cristina Tajani e Matteo Stifanelli, country manager per l'Italia di Airbnb. La novità più importante è che anche la piattaforma che consente a privati di affittare camere o appartamenti dovrà pagare la tassa di soggiorno. Airbnb, inoltre, in occasione di grandi eventi si impegnerà a trasmettere alla sua community informazioni sulla città e organizzerà corsi per avvicinare alcune fasce della popolazione, come gli anziani, alle nuove opportunità offerte dall’online.

Critici gli albergatori tradizionali

L'accordo annunciato tra Comune e Airbnb non trova tutti d'accordo: vi si oppongono, come non era difficile prevedere, le associazioni di categoria degli albergatori, che vedono le piattaforme online tipo Airbnb come concorrenti insidiosi e soprattutto sleali. L'Apam, Associazione albergatori di Confcommercio Milano, chiede che tutti gli attori del settore ricettivo rispettino le regole a cui sono sottoposti i soggetti "tradizionali", come alberghi e bed and breakfast ufficiali. Il solo pagamento della tassa di soggiorno non viene insomma ritenuto sufficiente, anche se l'accordo – che dovrà essere formalizzato – prevede anche importanti misure da parte di Airbnb per favorire la trasparenza sugli utenti che utilizzano il servizio online per affittare le proprie case.

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